Crescono le proteste degli amministratori della Romagna che, a un mese dall’alluvione,aspettano la nomina del commissario e lo stanziamento dei fondi per la ricostruzione. E l’incontro a Palazzo Chigi del 15 giugno tra i rappresentanti dei territori alluvionati e il governo non ha fatto che accrescere i malumori. Non solo sono state contestate le scarse risposte, ma ha fatto molto rumore la frase del ministro Nello Musumeci che, nel corso del vertice, ha replicato usando l’espressione “l’esecutivo non è un bancomat”. L’uscita ha provocato le reazioni delle opposizioni: da Pd al M5s, l’accusa è quella di inerzia e “arroganza” nei confronti delle popolazioni colpite. Il ministro, poi interpellato da Rainews24 ha detto: “La cifra va solo verificata”. E ha scaricato le responsabilità sul passato: “Se ci fosse un fondo per le calamità, oggi non staremmo qui a discutere su dove trovare il denaro. Non c’è mai stato questo fondo e, quindi, dobbiamo fare una ricognizione. Ci vorrà del tempo per mettere insieme le risorse”.

“Ma chi crede di essere? Pensa davvero di poter spiegare con arroganza ai romagnoli come si fanno le cose?”, ha twittato l’esponente Pd Pier Luigi Bersani. Subito dopo hanno protestato anche i capigruppo dem di Senato e Camera. “Nei primi giorni dopo l’alluvione il governo è andato in Emilia Romagna a fare passerelle con gli stivali nel fango”, ha dichiarato Francesco Boccia. “Ora è passato più di un mese ma manca ancora il nome del commissario alla ricostruzione e soprattutto mancano le risorse annunciate dal governo. Dei famosi due miliardi del decreto ci sono solo qualche centinaio di milioni di risorse fresche. È inaccettabile che il governo giochi a braccio di ferro con le istituzioni locali, per meri interessi politici, speculando sulla pelle di imprese e cittadini emiliani. Servono immediatamente risorse per chiudere la fase emergenziale e avviare la ricostruzione. L’arroganza del governo nei confronti dei sindaci e delle popolazioni del territorio, espressa nelle parole del ministro Musumeci è intollerabile. Il governo, completamente assente, deve assumersi al più presto la responsabilità di un sostegno a quei territori”. A Boccia si è associata Chiara Braga, capogruppo a Montecitorio: “Caro ministro Musumeci, l’Emilia Romagna non è un set per foto e riprese. Ci sono Sindaci, cittadini, imprese che aspettano ormai da un mese la nomina di un Commissario e le risorse vere per la ricostruzione e la ripresa. Con offese e arroganza non si va lontano”.

Stessa contestazione anche dal fronte M5s. “Sono già lontani i tempi della premier con i piedi nell’acqua e il volto contrito”, ha dichiarato la vicecapogruppo M5s alla Camera Vittoria Baldino. “Mentre lei faceva l’ennesima passerella il suo governo si preparava ad una presa in giro nei confronti dei territori alluvionati. Avevano promesso 2,6 miliardi, ma ne hanno stanziati solo la metà a fronte di danni quantificati per circa 9 miliardi, e mentre i sindaci chiedono un aiuto per far fronte agli enormi disagi che vivono le loro comunità ricevono risposte spocchiose e supponenti da parte del Governo, che si dimostra ancora una volta inconcludente e buono solo a fare chiacchiere”.

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