“L’acqua ora puzza di fogna. È un odore insostenibile”. A Conselice, quasi 10mila abitanti, provincia di Ravenna, l’inondazione è arrivata mercoledì scorso, con la pioggia e l’esondazione dei fiumi Sillaro e Santerno. Ha invaso metà comune travolgendo più di 3mila ettari di strade, terreni e case. Una famiglia su tre si è trovata i piani bassi sotto decimetri di acqua. E mentre nel resto della provincia l’acqua defluisce e lascia il posto al fango e ai detriti, in diversi punti qui ha cominciato a ristagnare ed è diventata di colore marrone. “Prima vedevo il pavimento, ora non lo vedo più”, dice Angelo Ranieri, un residente. In casa sua l’acqua è ancora oltre il battiscopa e lascia segni scuri sul muro. Mentre cerca di svuotare il piano terra, l’uomo indossa una mascherina chirurgica.

Acqua sporca e zanzare – Angelo abita in via Aldo Moro: “Qui la strada è ancora un fiume. Quando ti muovi l’acqua ti arriva alle ginocchia. Se non ce la fai ti devi spostare con il gommone”. In tutta Conselice sono attive 42 macchine idrovore che pompano 210 litri d’acqua al minuto. La spostano nel canale Destra Reno, che però ha argini fragili e sta già raccogliendo le acque di piena di paesi a monte, e nei corsi d’acqua minori dell’area. Così il deflusso avviene troppo lentamente. L’acqua ristagna soprattutto nella zona oltre la stazione, dove la conformazione del terreno fa da conca. I binari fanno da confine tra il centro che è più asciutto e i quartieri in cui i furgoni sono ancora sommersi fino al cofano, come in via Marconi o in via Del Consorzio. Da qualche giorno nuvole di zanzare hanno cominciato a raccogliersi sulla superficie dei ristagni. Gli abitanti cercano di liberarsi dell’allagamento come possono: la raccolgono con i secchi, ma quando la ributtano nel tombino sotto casa, l’acqua risale da quello a fianco.

Pericolo infezioni, l’Ausl distribuisce vaccini anti-tetano – Contaminata dai fanghi agricoli e dai reflui fognari, l’acqua ferma e sporca può diventare un possibile ricettacolo di malattie: “I rischi potenziali sono il tetano, le infezioni gastrointestinali, e muffe e spore pericolose per la salute”, specifica l’Ausl di Ravenna. Proprio per questo, il 26 maggio ha organizzato per i residenti la somministrazione gratuita di vaccini antitetanici. Sempre l’azienda sanitaria ha fatto circolare una lista di consigli per non contaminarsi con l’acqua inquinata: “Evitare di toccare viso, bocca e occhi con le mani non pulite. Indossare vestiti che proteggano pelle e lesioni dalle infezioni. Non lasciare che i bambini giochino con il fango. Lavare gli indumenti contaminati con l’acqua calda”. Resta inevitabile il tanfo che sale dall’acqua: “Non riesco a descriverlo, impregna le pareti della casa e i vestiti – racconta un altro residente, anche lui alle prese con venti centimetri d’acqua al piano terra – Dopo un po’ devo uscire dalla stanza perché è impossibile rimanerci”.

Svuotare una vasca tenendo il rubinetto aperto – E mentre c’è chi sta già pulendo il pavimento dalla terra perché l’acqua è stata pompata via del tutto, c’è chi è tra i 222 sfollati perché ha ancora un metro d’acqua in casa. Come Gianni Fucci, che da una settimana vive con la moglie e tre figli nel centro di accoglienza in località Argenta, uno dei tre allestiti in zona. “Non so quando rientrerò”, è l’unica cosa che riesce a dire. I tempi rimangono un’incognita anche per i volontari operativi nel Comune: “È come svuotare una vasca da bagno tenendo il rubinetto aperto – commenta Leonardo Sgrilli della Croce Rossa – Speriamo solo che il meteo ci dia una mano”. La Protezione Civile porta i pasti nelle zone più allagate, dove le cucine sono fuori uso e probabilmente da buttare una volta che tutto tornerà asciutto. Per spostarsi, i volontari salgono sui trattori dei contadini. A loro si aggiungono i Vigili del fuoco con i mezzi anfibi. Ci sono due centri per la raccolta di cibo e beni primari: il kartodromo e le scuole medie. In quest’ultimo ci sono anche dei frigoriferi per conservare la frutta e il cibo fresco.

Il commento della sindaca su Facebook – “Le previsioni più realistiche ci dicono che avremo acqua ancora per i prossimi dieci giorni”, aveva detto la sindaca di Conselice Paola Pula in un video pubblicato sulla pagina Facebook del Comune. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare più volte la prima cittadina, che al momento risulta ancora irreperibile. I residenti lamentano una certa distanza da parte dell’amministrazione attraverso i commenti sotto i post in cui Pula aggiorna la cittadinanza sulla gestione dell’emergenza. “Il nostro territorio è stato investito da un evento epocale – continuava la sindaca nel video – È come se fosse caduto quasi un metro d’acqua diffuso su tutto il territorio”.

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