Lottare contro il decreto Lavoro del governo Meloni che “cancella il Reddito di cittadinanza, che andava invece migliorato e allargato”. E contro un esecutivo che “fa la guerra ai poveri, allargando le maglie della precarietà, attaccando il decreto Dignità, aumentando la possibilità di fare contratti a tempo determinato e di utilizzare i voucher”. È da Montecitorio che viene lanciata la manifestazione nazionale unitaria del 27 maggio della rete ‘Ci vuole un reddito’, composta da oltre 140 tra associazioni, movimenti e organizzazioni sociali che da tempo si battono per difendere e implementare il reddito di cittadinanza, poi smantellato dalle destre, e spingere per l’introduzione del salario minimo.

Da Nonna Roma alle Camere del lavoro autonomo e precario (Clap), passando per Nidil Cgil, Cobas, studenti e studentesse della Sapienza, Black Lives Matter e non solo, tante le realtà che hanno rivendicato dall’esterno della Camera dei deputati, “in una piazza per troppo tempo chiusa alle manifestazioni”, la necessità di trovare convergenze per difendersi dall’assalto di un governo che, spiega Tiziano Trobia del Clap), in realtà “vuole soltanto una massa di forza lavoro costretta a impiegarsi nei settori a massimo sfruttamento e a più bassi salari”. Per questo motivo torneranno in piazza sabato all’Esquilino, sempre nella Capitale, per una manifestazione che ha raccolto l’adesione anche di Partito democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra.

“Ci aspettiamo fatti dalle opposizioni, speriamo si possa almeno cambiare con gli emendamenti in Parlamento questo decreto”, è stato l’appello rilanciato dalle sigle di fronte a Francesco Silvestri (M5s), Marta Bonafoni e Marco Furfaro (Pd) e Nicola Fratoianni (Avs), che hanno annunciato la loro presenza in piazza dell’Esquilino. “Saremo in piazza con voi, per noi è fondamentale unire le reti sociali e le reti civiche con l’azione parlamentare”, spiega Silvestri. Mentre per i dem è stata la coordinatrice della segreteria nazionale, Bonafoni, che rappresenta il nuovo corso Schlein, a rivendicare l’impegno comune: “Coordinamento delle opposizioni è parte dal lavoro? Questa fotografia lo dimostra”. “Siamo già in ritardo, tutti insieme vogliamo opporci in Parlamento a questo decreto, non c’è battaglia politica che si può vincere da soli”, aggiunge pure Fratoianni.

Eppure, la fotografia unitaria sui temi del lavoro e l’adesione comune rischia di perdere colore di fronte all’annuncio – arrivato pochi minuti prima dell’evento comune – da parte del presidente dello stesso M5s, Giuseppe Conte, del ritorno del Movimento 5 Stelle in piazza, il 17 giugno prossimo, proprio “per dire no alla precarietà“. Tradotto, sugli stessi temi con cui la rete di associazioni sfilerà sabato in corteo, con accanto gli stessi esponenti dem, 5 stelle e di Verdi-Sinistra. “La piazza di Conte? Più iniziative ci sono, meglio è. Invito tutti a lanciare piazze e manifestazioni in difesa del Reddito e per il salario minimo”, dice Silvestri. Mentre da Pd e Sinistra si prova ad allontanare il clima di competizione interna. “L’importante è cercare occasioni di convergenza, l’appello è trovare le ragioni di stare insieme. Poi, qualsiasi manifestazione viene fatta di opposizione al governo e contro la precarietà, in nome della lotta per il reddito, per strumenti sociali che possono salvaguardare le persone è benvoluta”, dice Furfaro.

“Bene la piazza di Conte, certo poi si spera che prima o poi ne sarà fatta una unitaria, non è mai troppo tardi”, replica invece con sarcasmo Fratoianni. Perché la sensazione è che gli alleati continuino a ‘marcarsi’, provando a intestarsi i temi di opposizione all’esecutivo. “Se andremo anche noi del Pd alla manifestazione del 17 del M5s? Se sarà aperta…”, scherza Furfaro, precisando come l’invito sia “reciproco anche per le iniziative del Pd”. “Tutti andremo alle manifestazioni di tutti, sono aperte per definizione”, è la risposta di Silvestri.

Dalla rete delle associazioni, però, al di là del protagonismo delle opposizioni, si aspettano un impegno concreto in Aula: “Siamo contenti che questi temi siano ripresi da molti, certo questo percorso vuole essere autonomo, ma se nasce una battaglia parlamentare fa bene al Paese”, spiegano dalle Clap. Tradotto, nessuno vuol farsi ‘mettere il cappello’. “Vorremmo ricordare come quando si poteva approvare una legge sul salario minimo non è stato fatto, né è stato allargato e migliorato il reddito di cittadinanza come chiedevamo. Ora le opposizioni portano avanti queste battaglie, ma speriamo che anche i fatti siano conseguenti”.

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