Continua il viaggio in 10 puntate negli oceani senza legge. Dieci video firmati dall’Outlaw Ocean Project, la ong fondata dal giornalista premio Pulitzer americano Ian Urbina (@ian_urbina) che si occupa di indagare i crimini che si consumano in alto mare. Un mondo popolato da pirati, schiavisti e profittatori di varia natura. Un mondo in cui non esiste una legge chiara e univoca e i reati, anche i più atroci, si consumano spesso nell’impunità totale. Ian Urbina ci guida alla scoperta di alcuni episodi in cui si è imbattuto nel corso di 10 anni di attività. Fatti spesso raccapriccianti per la loro crudezza, di cui il grande pubblico non è mai venuto a conoscenza.

Il Gambia, come molti dei suoi vicini dell’Africa occidentale, ha abbracciato la redditizia produzione di farina di pesce. Ma il fiorente settore dell’acquacoltura, ampiamente salutato dagli ambientalisti come la migliore speranza per rallentare l’esaurimento degli oceani, sta inquinando le acque, decimando gli stock ittici e minacciando la vita di milioni di persone in tutto il mondo.

In questo episodio Ian Urbina indaga sull’impatto delle fabbriche di farina di pesce e dei pescherecci stranieri nell’Africa occidentale, spiegando come un quinto di tutta la vita marina estratta dal mare finisca macinata per nutrire i pesci d’allevamento e perché le soluzioni volte a combattere l’esaurimento degli oceani potrebbero accelerare il problema.

Articolo Successivo

Non vogliamo abituarci a convivere con la crisi climatica: si rassegnino Mentana e Musumeci

next