Correva, con la sua auto. Andava a 90 chilometri all’ora sulla strada principale di Pai, una frazione di Torre del Benaco sulla sponda veronese del lago di Garda, dove il limite di velocità è di 50 chilometri. È stata beccata dall’autovelox, ma si è giustificata dicendo, più o meno testualmente: “Ero in campagna elettorale e dovevo correre”. Poi però ha cominciato a contestare l’apparecchio a colpi di interrogazioni parlamentari. Alessia Ambrosi, 41 anni, veronese di Negrar, già consigliere provinciale della Lega, oggi deputata di Fratelli d’Italia, è colei che nel 2019 si fece ritrarre con un cartello: “Basta con i grillini, sono una zavorra”. All’epoca del primo governo Conte stava ancora con Matteo Salvini, ma nel 2021, dopo una lunga militanza leghista, ha cominciato a correre politicamente, passando con Giorgia Meloni. E non si è più fermata, visto che nel 2022 è entrata alla Camera, eletta da capolista nel collegio plurinominale Trentino-Alto Adige.

La giustificazione elettorale della deputata, per un’infrazione al Codice della strada ripetuta per quattro volte, è stata svelata dal sindaco di Torri del Benaco, Stefano Nicotra, durante una conferenza sulla sicurezza stradale della Gardesana orientale. Vittime di quell’autovelox sono stati molti altri automobilisti, ma il sindaco si riferiva all’onorevole Ambrosi e alle sue accuse di mancanza di omologazione, quando – come riferiscono i giornali locali – ha detto: “L’autovelox è regolarissimo, c’è la documentazione che lo dimostra e la porteremo in Procura. Il problema è che si continua a correre sulla Gardesana. In Comune è arrivata anche la deputata di Fratelli d’Italia che ha portato il caso fino in Parlamento, dicendomi che lei a Pai ha preso sette verbali, ma non ha poi spiegato che quattro di questi erano perché aveva raggiunto una velocità di 90 all’ora, a cui sono seguiti 3 punti decurtati dalla patente, oltre alla somma delle contravvenzioni. Ha giustificato la velocità dicendo che era in campagna elettorale e doveva correre”. Nicotra, con ironia, ha aggiunto: “Anch’io ho preso 9 multe all’autovelox di Punta San Vigilio, nel Comune confinante al mio, ma non ho certo pensato di ricorrere. Mi sono solo dato del pirla”.

“Faremo staccare la spina e lo faremo rimuovere da quel palo” aveva annunciato mesi fa Altvelox, dell’associazione nazionale consumatori Migliore Tutela, trovando un’alleata in Alessia Ambrosi, che a febbraio ha presentato l’interrogazione, rivolta ai ministri dell’Interno, delle Imprese e made in Italy e delle infrastrutture e trasporti. Sosteneva che in due mesi e mezzo erano state inflitte più di 14mila sanzioni. “L’autovelox di Pai sta penalizzando fortemente i residenti dei comuni limitrofi, per la maggior parte lavoratori pendolari, che percorrono quotidianamente la Gardesana. – ha scritto – Quella strada non possiede i requisiti previsti dalla vigente normativa, considerato che l’installazione degli autovelox fissi è consentita soltanto lungo le cosiddette ‘strade a scorrimento’, ovvero carreggiate indipendenti o separate da spartitraffico. Gli autovelox fissi possono essere autorizzati dalla Prefettura esclusivamente a seguito di un sopralluogo e soltanto previa dimostrazione che la strada sia effettivamente considerata pericolosa per l’incolumità degli automobilisti”.

In attesa che le rispondano i tre ministri della sua stessa maggioranza, il prefetto di Verona, Donato Cafagna, le ha replicato pubblicamente che l’autovelox è in regola. “La polizia stradale ha confermato in un rapporto che non esistono problematiche relative all’omologazione. I sindaci devono fare squadra a tutela della vita degli utenti della Gardesana, che è la strada con la più alta pericolosità e incidentalità, soprattutto per gli utenti fragili, quali ciclisti, motociclisti e pedoni”.