“Caro Mister Schipflinger, siamo felici di sapere che la pista di bob di Innsbruck/Igls sarà rinnovata. In caso di qualche difficoltà nella consegna dello Sliding Center Milano Cortina 2026, ci sarebbe utile capire se sarebbe per noi possibile utilizzare la pista di Igls. Nel caso la sede fosse usata da Milano Cortina 2026, vorremmo conoscere le condizioni economiche che sarebbero richieste al nostro Comitato Organizzatore”. È il 28 marzo 2023 quando Andrea Varnier, amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026, scrive a Matthias Schipflinger, amministratore dell’Innsbruck Olimpia World, il complesso sportivo che ha già ospitato le Olimpiadi invernali nel 1964 e nel 1976, oltre alle Olimpiadi invernali della gioventù nel 2012. E’ una richiesta-shock, in vista di una possibile alternativa rispetto alla nuova pista da bob, slittino e skeleton di Cortina, perché è stata formulata quattro anni e mezzo dopo la candidatura Milano-Cortina che risale al primo ottobre 2018, quasi quattro anni dopo la decisione avvenuta il 24 giugno 2019, e arriva a meno di tre anni dalla disputa dei Giochi. Nonostante, come ha raccontato lo stesso Schipflinger a ilfattoquotidiano.it, scegliere Innsbruck porterebbe l’Italia a risparmiare almeno 100 milioni di euro.

La lettera (di cui ilfattoquotidiano.it ha preso visione, assieme alla risposta austriaca) è un documento inedito e drammaticamente tardivo. Non si tratta ancora di una retromarcia, ma è la prova di un possibile “Piano B”, viste le polemiche che hanno accompagnato il progetto di Cortina e i ritardi nella realizzazione. Finora, infatti, sono stati aperti solo i cantieri per smantellare la vecchia pista “Eugenio Monti” che ospitò i Giochi nel 1956, mentre la costruzione del nuovo impianto è già una corsa contro il tempo. Gli ambientalisti, finora inascoltati, chiedono da anni di evitare uno scempio ai piedi delle Tofane e di risparmiare un fiume di denaro. La lettera di Varnier è anche la conferma di come, fino ad un mese fa, il Coni e gli organizzatori non si siano affatto preoccupati di verificare concretamente la disponibilità di Innsbruck (come sollecitato anche dal presidente del Cio, Thomas Bach). E pensare che già nell’agosto scorso gli austriaci avevano manifestato pubblicamente la propria disponibilità ad entrare nella partita olimpica. Gli italiani avevano però fatto orecchi da mercanti, finché nella conferenza dei servizi del 18 gennaio scorso il commissario di governo Luigivalerio Sant’Andrea, amministratore delegato di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, aveva detto che erano state valutate le alternative esistenti vicino al confine italiano, senza trovarne. Per questo il progetto Cortina andava confermato.

LA PRIMA RICHIESTA – Due giorni dopo, il 20 gennaio, il quotidiano di lingua tedesca “Dolomiten” aveva ospitato le dichiarazioni di Schipflinger che smentivano in modo clamoroso Sant’Andrea: “L’Italia può usare la nostra pista e non gli costerebbe niente, perché il finanziamento è già assicurato”. Il carteggio intercorso tra Innsbruck e Milano è una conferma. Con un’aggravante: Varnier ha scritto una prima volta agli austriaci il 27 gennaio, citando esplicitamente “le vostre dichiarazioni riportate sui giornali italiani”. Si riferiva all’intervista che era successiva alla conferenza dei servizi e che ilfattoquotidiano.it ha diffuso per primo in traduzione italiana. Chiedeva se la pista avrebbe avuto i requisiti per le gare olimpiche, se il progetto avesse una copertura finanziaria e quando sarebbero finiti i lavori. Schipflinger non ha però ricevuto la lettera. Per due mesi Milano non ha fatto nulla, non una telefonata, non un sollecito. Intanto il 17 febbraio è stata costituita la cabina di regia, presieduta dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi. Il 16 marzo ad Abodi è stato affiancato come “co-presidente” il ministro leghista Matteo Salvini. Solo dopo quella data qualcuno ha deciso di muoversi.

LA SECONDA LETTERA – Il 27 marzo Varnier scrive di nuovo a Innsbruck, formalizzando la richiesta di una disponibilità a subentrare a Cortina nel caso l’opera non sia pronta. Si preoccupa di avere “chiarificazioni sulla fine dei lavori e sui tempi di omologazione”, chiede se corrisponda al vero che “la ristrutturazione finirà nel 2025 e i test saranno fatti nella stagione invernale 2025-26”. Poi aggiunge: “Vorremmo avere la conferma di questa tempistica e un programma dei lavori con le scadenze, inclusi i progetti, le fasi di gara e i piani di lavoro… Chiediamo di essere regolarmente aggiornati circa lo sviluppo del progetto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.

GLI AUSTRIACI: “SIAMO DISPONIBILI” – La risposta dell’amministratore delegato Schipflinger è datata 29 marzo 2023: “Siamo sempre pronti a discutere con voi la possibilità di ospitare le competizioni dei Giochi Olimpici 2026 a Innsbruck/Igls”. Spiega che esistono due sottoprogetti. “Il primo consiste nei lavori richiesti per la nuova omologazione… Per questo lavoro, già in fase progettuale, ci sono coperture finanziarie della Repubblica d’Austria, dello Stato del Tirolo e della Città di Innsbruck”. Il secondo sottoprogetto, non ancora finanziato, comprende l’adattamento degli edifici per realizzare un ‘performance center’, la copertura dell’intera pista, l’installazione di sistemi fotovoltaici e un settore di allenamento per la spinta (di bob, slittino e skeleton) attivo tutto l’anno”. C’è poi un riferimento importante: “Le caratteristiche del nostro progetto sono state presentate dal nostro capo progetto Michael Ausserhofer a Iacopo Mazzetti responsabile ‘legacy’ del Comitato organizzatore dei Giochi durante l’incontro annuale della Città Olimpiche a Copenaghen e Lillehammer nel novembre 2021. Da allora non siamo più stati contattati dal Comitato organizzatore”. Quindi gli italiani già due anni fa erano al corrente dei progetti austriaci, ma li hanno ignorati.

“PISTA PRONTA PER I GIOCHI” – Schipflinger dà la tempistica: “Durante il 2023 saranno completati i progetti e saranno ottenuti i permessi. I lavori si terranno dal 5 febbraio al 30 novembre 2024. La parte restante dei lavori sarà completata nel 2025. I test di prova potranno essere effettuati, al più tardi, dall’ottobre 2025. In ogni caso posso assicurare che sarà possibile usare la pista di Igls per le gare dei Giochi Olimpici 2026, anche perché non ci sarà bisogno di una valutazione di impatto ambientale, visto che stiamo soltanto modificando la pista esistente”. Gli austriaci chiedono, prima di avanzare nella fase operativa, “una dichiarazione di intenti da parte del Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici” e ricordano che la questione è stata già discussa ampiamente a Innsbruck, ma che “fino al momento della vostra lettera, nessuna richiesta concreta era mai stata avanzata: per questo motivo solo la prima parte del progetto è stata finanziata. Un’opzione economica per la realizzazione delle gare a Innsbruck potrebbe essere una partecipazione nei costi per la seconda parte del progetto”.

INTANTO A CORTINA PREAVVISO DI GARA – Intanto il commissario governativo Sant’Andrea ha firmato un avviso di preinformazione per le imprese interessate a realizzare la pista di Cortina. La base di gara è posta a 81,6 milioni di euro, Iva esclusa. Quindi il costo è di almeno un centinaio di milioni. La durata del contratto d’appalto è fissata in 28 mesi, pari a 825 giorni naturali e consecutivi. La prevista pubblicazione del bando di gara è fissata per il 5 giugno prossimo, la pista completa di impianti di refrigerazione dovrà essere pronta per il novembre 2024 ai fini dell’omologazione, l’intera opera entro il 15 novembre 2025. Olimpiadi e Paralimpiadi si terranno nel febbraio-marzo 2026. Gli eventuali lavori, quindi, non cominceranno prima del prossimo autunno.
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Olimpiadi e bob, così l’Italia vuole buttare oltre 100 milioni. L’ad di Innsbruck: “Cortina finirà come Torino. La nostra pista sarà pronta”

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