In Kenya si continua a scoprire nuove vittime di quella che è stata ribattezzata la Setta del digiuno. Nel pomeriggio di mercoledì, i corpi di 8 bambini sono stati riesumati nel corso delle ricerche in corso nella foresta di Shakaola, come confermato ai media locali dalla coordinatrice delle investigazioni, Rhoda Onyancha. Il gruppo, fedele al sedicente pastore Paul Mackenzie Nthenge, ha infatti avviato un’astinenza da cibo e acqua che, nelle parole del mentore, permetterà agli adepti di “poter vedere Gesù”. Una pratica che, ad oggi, ha provocato già la morte di 98 persone.

L’opinione pubblica kenyota ha già ribattezzato i macabri ritrovamenti nella foresta del Paese africano “il massacro di Shakaola”. Tanto che il ministro degli Interni, Kithure Kindiki, ha chiesto ieri ai giudici di formulare per Nthenge, creatore della cosiddetta “Chiesa internazionale della buona novella” e attualmente in arresto a Malindi, l’accusa di genocidio. Le ricerche dei corpi erano state sospese ieri per mancanza di posti nell’obitorio della città costiera del Kenya, così oggi è stata inviata un’unità mobile refrigerata che fungerà da camera mortuaria.

Nel frattempo, il governo ha deciso di chiudere l’intera area di 800 ettari della foresta di Shakaola, adiacente al terreno del predicatore, e di attuare un coprifuoco “sine die” dalle 6 di sera alle 6 del mattino. La decisione è stata presa nel tentativo di individuare con più facilità i superstiti tra quelli che la Croce Rossa crede siano i 212 adepti della setta.

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