Joe Biden interrompe l’attesa e annuncia la sua ricandidatura alle Presidenziali 2024. È lui stesso a dare la notizia su Twitter, lanciando ufficialmente quella che potrebbe essere una campagna elettorale fotocopia a quella del 2020, sfidando l’acerrimo rivale Donald Trump, anche lui in corsa (e secondo i sondaggi in vantaggio) per diventare il candidato repubblicano, sfidato dal compagno di partito Ron De Santis.

Finiamo il lavoro, possiamo farcela – ha detto l’inquilino della Casa Bianca nel videomessaggio diffuso sui suoi canali social – Questi sono gli Stati Uniti d’America e non c’è niente, semplicemente niente, che non possiamo fare se lo facciamo insieme”. La sua nuova corsa alla Presidenza degli Stati Uniti è quindi iniziata con una parola, ben scandita all’inizio del video: “Libertà”. Durante la breve clip, di circa 3 minuti, scorrono le immagini del Paese intervallate da interventi in cui il 46esimo presidente sostiene che il diritto all’aborto, la difesa della democrazia, il diritto al voto e la rete di sicurezza sociale saranno tra i temi più importanti per le elezioni del 2024.

Sono proprio questi i diritti, le libertà messi a rischio, sostiene, dalle politiche del Grand Old Party, come dimostrato dalle leggi promulgate, e in parte respinte dalla Corte Suprema, nei singoli Stati amministrati dai repubblicani. Secondo Biden, gli elettori dovranno scegliere se lasciare alla prossima generazione “più libertà o meno”, “più diritti o meno”: “Ogni generazione di americani ha affrontato un momento in cui ha dovuto difendere la democrazia, difendere le nostre libertà personali e difendere il nostro diritto al voto e i nostri diritti civili. Questo è il nostro. Quando ho corso per la presidenza 4 anni fa ho affermato che la nostra era una battaglia per lo spirito dell’America. Lo è ancora. La domanda che ci troviamo ad affrontare è se nei prossimi anni avremo più libertà o meno libertà. Più diritti o meno diritti. Non è il momento di essere compiacenti”, ha affermato concludendo appunto con lo slogan della sua nuova campagna, “Finiamo il lavoro”.

La reazione dei repubblicani non si è fatta attendere. In un comunicato, la presidente del Republican National Committee, Ronna McDaniel, ha dichiarato che il partito è compatto nell’impresa di sconfiggere Biden nel 2024 e che gli americani “stanno contando i giorni che ci separano dal momento in cui Biden verrà mandato a casa. Se gli elettori consentiranno a Biden di ‘finire il lavoro’, l’inflazione continuerà a salire vertiginosamente, il crimine aumenterà, più fentanyl attraverserà le nostre frontiere aperte, i bambini resteranno emarginati e le famiglie americane si ritroveranno in condizioni peggiori”. La sua ricandidatura, affermano, è la riprova che il presidente Usa è “sconnesso dalla realtà”.

Intanto, anche la vice del presidente, Kamala Harris, ha seguito il capo della Casa Bianca nella sua decisione: “In quanto americani, noi crediamo nella libertà e crediamo che la nostra democrazia sarà forte quanto lo è la nostra volontà di lottare per essa. Ecco perché Joe Biden ed io ci candidiamo per la rielezione”, ha twittato.

Quella di Biden è una ricandidatura che cancella in parte le ansie per l’individuazione di un leader forte da presentare alle prossime elezioni, ma anche segno delle difficoltà interne ai Dem di esprimere un nuovo corso della propria classe dirigente. Mentre l’ala repubblicana dovrà infatti decidere tra una nuova figura come quella di Ron De Santis, ultraconservatore ma più distante dalle posizioni complottiste di Donald Trump, e quella, appunto, dell’ex presidente, che mantiene ancora una forte base di consensi, tra i Democratici la mancanza di nomi considerati spendibili ha generato imbarazzo e quasi costretto Biden, che nel 2024 avrà 82 anni, a rimettersi in gioco. Il presidente ha dovuto fare una sorta di marcia indietro dalle dichiarazioni di inizio mandato, quando aveva lasciato intendere di non puntare a una seconda stagione alla Casa Bianca. Ma in questi anni di nomi non ne sono emersi, tanto che, a un certo punto, era circolata anche l’ipotesi di una nuova candidatura di Hillary Clinton, la grande sconfitta nel testa a testa che porto Donald Trump alla guida del Paese.

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