La morte di Barbarca Capovani, la psichiatra aggredita venerdì pomeriggio mentre usciva dall’ospedale Santa Chiara di Pisa, ha scosso tutti. Gli psichiatri e gli altri addetti sanitari della città toscana si raduneranno alle ore 12 davanti all’ospedale non solo per ricordare la dottoressa ma anche per denunciare “commenti irripetibili comparsi sui social contro gli psichiatri e più in generale gli operatori sanitari” e per “chiedere tutela e invertire la rotta di una continua delegittimazione del ruolo e del servizio svolto dal personale sanitario”. Sono state 5mila le aggressioni ai danni dei medici negli ultimi tre anni e nella maggioranza dei casi si tratta di donne. Come avvenuto recentemente a Udine. Alle 12 si fermeranno non solo i colleghi della vittima ma “tutti gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale in Italia osserveranno due minuti di silenzio e di completa interruzione di ogni attività clinico-assistenziale in ricordo di Barbara Capovani” fa sapere la psichiatra Liliana Dell’Osso, presidente della Società italiana di psichiatria. Fino al 1 maggio medici e operatori dei dipartimenti di Salute mentale, delle università e di tutte le strutture psichiatriche, porteranno al braccio durante il servizio un nastro nero in segno di lutto.

“Barbara non c’è più e non ci abitueremo mai a questa perdita personale. Ma non c’è più neppure la grande professionista che era. Un vuoto, in entrambi i casi, che non si colmerà mai. Una grande mancanza per la città di Pisa e per la comunità sanitaria che rappresentava con tanta competenza, perché la dottoressa Barbara Capovani – dicono i colleghi del Dipartimento per la salute mentale e dipendenze dell’Asl Toscana nord ovest – aveva una grande passione per la vita e per questo difficile mestiere; una donna sensibile e disponibile con tutti. Affrontava ogni questione, anche le più difficili, in prima persona, senza delegare. Aperta ai cambiamenti e sempre propositiva sul lavoro. Alla famiglia di Barbara, giungano la nostra vicinanza e il nostro lungo e profondo abbraccio – proseguono -, ma anche la promessa che ci impegneremo per raccogliere tutto quello che ha fatto per la psichiatria e per Pisa, donandolo, ancora una volta, agli altri”.

Il cordoglio del ministro Schillaci – “La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio”, dichiara il ministro della Salute, Orazio Schillaci. “La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto”. Schillaci osserva inoltre che “la vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti, ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini”.

“Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti – scrive il presidente della Toscana Eugenio Giani sui social – Ma la dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici”.

Una medaglia per la psichiatra – La federazione degli Ordini dei medici dedicherà la Medaglia al merito della sanità pubblica alla psichiatra e ai 379 medici italiani vittime della pandemia di Covid-19 come scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. La cerimonia di consegna è prevista il 27 aprile al Quirinale. “La dedicheremo – scrive Anelli riferendosi alla medaglia – ai 379 colleghi vittime del Covid e a Barbara Capovani vittima di una violenza inaudita a Pisa. Insieme al dottor Massimo Stella, figlio del presidente Roberto Stella primo medico vittima del Covid, ritireremo questa medaglia, quale giusto riconoscimento da parte della Repubblica ad una categoria che ha sempre dato il meglio di sé per garantire il diritto alla salute ai nostri cittadini, soprattutto durante il Covid, nonostante i tagli, le carenze di personale e la violenza nei confronti degli operatori sanitari”. “T

L’appello della Cgil – “La dottoressa Barbara Capovani è stata uccisa sul lavoro. Una tragedia terribile, una perdita immensa. Servono interventi per la sicurezza di chi opera nei servizi sanitari e investimenti in un settore da anni definanziato come quello della salute mentale. Vogliamo un confronto coi decisori politici, occorre garantire diritto alla salute e diritto alla sicurezza -affermano in una nota Cgil Toscana, Fp Cgil Toscana e Fp Cgil Medici/Dirigenti Toscana aggiungendo che “tutta la Cgil è in lutto, nel rispetto del dolore delle persone che hanno amato Barbara Capovani”. “Una persona è stata arrestata, è una persona nota alle forze dell’ordine, ai servizi di salute mentale e non solo. È persona la cui instabilità era nota, persona che aveva già avuto modo di aggredire, molestare, minacciare – si legge nella stessa nota -. Arriverà il momento di riflettere, valutare, individuare responsabilità“, “ma per quello che ci riguarda l’obiettivo resta quello di mettere in campo – da subito – soluzioni. Abbiamo da tempo chiesto interventi immediati a garanzia della sicurezza di chi opera nei servizi sanitari, spesso in prima linea, come accade per la salute mentale”. “Servono investimenti in un settore che è stato da anni definanziato come quello della salute mentale – conclude il testo -, vanno ascoltate le professioniste e i professionisti che lavorano sul campo in estrema difficoltà e spesso in solitudine, serve maggiore coordinamento fra le strutture sanitarie, le prefetture e le questure”.

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