Non risponde più ai messaggi della chat né tantomeno alle chiamate. Scomparso nel nulla. Eppure, fino a poco fa sembrava al centro della relazione, sentimentale, di amicizia, o anche professionale. Un comportamento da fantasma, che in termini più scientifici viene detto “ghosting”. “È una modalità per non affrontare la fine di una relazione. Apparentemente le cose vanno bene, ma all’improvviso si sparisce senza fornire alcuna spiegazione e senza dare più nessuna notizia di sé, lasciando il proprio partner in una situazione di totale sgomento e angoscia, in preda a infinite domande e dubbi che non troveranno mai risposta, gettandolo nell’incertezza più totale”, spiega la dottoressa Elisa Caponetti, psicologa clinica e forense, psicoterapeuta. “Un atteggiamento che attiva l’effetto contrario, perché la persona, sparendo nel nulla, lascia qualcosa di irrisolto e non permette all’altra di metabolizzare in modo adeguato la fine di una storia, di capire i motivi che hanno portato al fallimento della relazione stessa. Venire cancellati con un colpo di spugna è molto più doloroso rispetto al sentirsi dire che la storia è finita”.

Dottoressa Caponetti, sembra che i principali protagonisti del ghosting siano i giovani adulti.
“Sì, anche se è un fenomeno che può interessare diverse fasce d’età ed entrambi i sessi, pur essendo più specifico nei maschi”.

Il rifiuto di confrontarsi con la persona interessata è dovuto anche alla poca abitudine ad accettare il dolore, la sofferenza, proprie e altrui?
“Occorre non generalizzare. Le motivazioni possono essere diverse e specifiche per ogni singola situazione. In generale, c’è una bassa tolleranza alle frustrazioni, ma soprattutto una difficoltà a mettersi realmente in gioco in un legame affettivo autentico, cercando l’evitamento di situazioni che generano sofferenza. Chi sceglie di agire in questo modo considera il non comunicare l’unico modo possibile per sganciarsi, evitando di assumersi delle responsabilità”.

Chi sceglie questo modo di dire addio sembra non si renda conto del danno che può provocare all’altra persona. Quali effetti psicologici sperimenta chi subisce il ghosting?
“Prima di tutto, aggiungerei che in realtà non si rendono conto neanche del danno che recano a se stessi! Chi subisce ghosting invece sperimenta una complessità di emozioni e stati d’animo contrapposti, avvertendo un dolore immenso paragonabile a quello che si prova durante un lutto. Un quotidiano logorio in cui la mente si affolla di mille domande senza risposte. Confusione, insicurezza, shock, tristezza, dolore, vuoto, rabbia sono solo alcune delle emozioni provate”.

Molte relazioni nascono virtualmente nei social, illudendosi che tutto sommato il coinvolgimento emotivo è molto meno intenso. Eppure, anche in questi casi, la delusione può risultare molto forte.
“È vero. Si pensa, erroneamente, che sia meno doloroso entrare e uscire dai rapporti solo perché nati sui social. In realtà spesso le relazioni che nascono online possono favorire un legame più intenso, ma anche una conoscenza alterata dell’altro. Internet sembra fungere da acceleratore di atteggiamenti più disinibiti, determina l’abbattimento di diverse barriere rispetto a una conoscenza che nasce da incontri faccia a faccia. Le relazioni nate sui social, favorendo un distacco fisico, consentono di esprimere emozioni e sentimenti che avrebbero tempi di maturazione ben diversi. L’intimità si costruisce più velocemente, la dimensione temporale viene stravolta, cambiano le regole del corteggiamento, tutto è più diretto e immediato, spesso anche esibizionistico. È così però che il web può creare confusione sui reali sentimenti provati in quanto il legame rischia di costruirsi su vincoli estremamente deboli dando vita a rapporti che si caratterizzano da emozioni contrastanti: da un lato una forte pulsione iniziale, dall’altro legami labili e fugaci. Ed ecco che le possibili delusioni si nascondono dietro l’angolo. Tutto questo non rende certo immuni dallo sperimentare vissuti dolorosi particolarmente intensi”.

Dietro a questo fenomeno c’è anche la tendenza a non accettare interferenze relazionali che possono ostacolare la ricerca di una propria autonomia nella società?
“In realtà ritengo questo un falso problema. Razionalmente ci si può giustificare così per non affrontare criticità ben più profonde”.

Il ghosting può accadere anche nel mondo del lavoro. Per esempio, quando non si riceve nessuna risposta dopo un colloquio per un’eventuale assunzione.
“Si tratta di un fenomeno in aumento negli ultimi anni. Anche in questo caso si attivano mille dubbi, ciò che cambia è l’investimento affettivo che invece caratterizza una relazione sentimentale. Una non risposta genera uno stato d’animo caratterizzato da insoddisfazione e malessere. Ottenere un riscontro in seguito a un colloquio di lavoro è estremamente importante perché fornisce un feedback sul modo in cui si è affrontata la selezione e sulle proprie competenze. Conoscere i motivi di una non scelta è estremamente importante per poter evolvere e crescere professionalmente”.

A questo punto, che consigli dare a chi sente l’esigenza di interrompere una relazione?
“L’unico suggerimento è quello di affrontare la persona in modo chiaro e diretto, sarà di aiuto anche nel favorire una maggiore autostima e sicurezza in se stessi”.

E a chi subisce il ghosting?
“È importante capire che ogni comportamento implica un significato. Piuttosto che massacrarsi dietro mille interrogativi, è utile comprendere che dietro una sparizione c’è comunque un’incapacità dell’altro di gestire una relazione in modo sano e adeguato. Occorre quindi cercare di non indossare i panni della vittima e non dare spazio a colpevolizzazioni eccessive. È altresì importante riuscire a vedere la reale qualità della relazione che si era instaurata in modo maggiormente oggettivo. Il primo passo è rendere più solida la nostra identità, ovvero riuscire a entrare in contatto con noi stessi cogliendo i nostri bisogni più profondi senza lasciarci guidare e trascinare da sensazioni solo apparenti. Un’approfondita consapevolezza e conoscenza di noi ci permette di poter essere autentici e di conseguenza costruire relazioni future più solide e vere. Le relazioni umane richiedono una percentuale di rischio che dobbiamo essere disposti a correre. Per poter far ciò è necessario anche contrastare relazioni estemporanee partendo da noi e dalla consapevolezza che non siamo semplici beni di consumo, ma meritiamo un amore e affetti veri”.

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