I vignettisti difendono la satira e il collega Mario Natangelo, mentre i giornali in larga maggioranza si schierano con il potere, che attacca chi osa fare satira. Questo è il panorama dell’informazione italiana il giorno dopo il polverone polemico aizzato dalla premier Giorgia Meloni (seguita da tutto il centrodestra, ma anche dal Pd) contro la vignetta pubblicata ieri (giovedì) sul Fatto Quotidiano. Se da un lato c’è chi prova a ricordare cosa sia la satira, come Luca Bottura su La Stampa o Makkox su Il Foglio, tra le voci che attaccano la vignetta c’è anche quella di un vignettista: Federico Palmaroli, in arte Osho, dice che “Natangelo è andato oltre” e “doveva essere stoppato”. Osho ha recentemente dichiarato di essere amico e di frequentare regolarmente Giorgia Meloni: “Ci troviamo perché lei ha un’ironia simile alla mia, è questo il motivo per cui è nata l’amicizia”, ha detto a Un giorno da pecora. Così, nel suo intervento contro la vignetta e il Fatto, aggiunge parole di vicinanza per la premier: “La capisco, sente il peso dei suoi familiari“. D’altronde come ricorda sulle pagine del Fatto Massimo Bucchi, disegnatore di Repubblica che da un anno lavora a Oggi, la definizione di satira “resta quella del Male, guarda caso l’unico che non aveva sponsor o padroni“. Di più. “In Italia siamo restii alla satira”, spiega sempre al Fatto Emilio Giannelli, storico vignettista del Corriere. Non solo, molti quotidiani dimostrano (o fanno finta) di non aver capito nemmeno la vignetta. La satira era ovviamente rivolta contro il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, il cognato d’Italia che parla di “sostituzione etnica”. Invece pure il Corriere l’ha descritta come una vignetta “contro la sorella” della premier, Arianna Meloni. I giornali di destra si sono ovviamente scatenati: “Sono fuori di testa”, “vignetta oscena“. Il Messaggero si è spinto a definirla “barbarie“. Nella serata di giovedì anche i telegiornali si sono occupati del caso. Enrico Mentana ha avvertito gli spettatori del suo Tg che non avrebbe mostrato la vignetta perché “è troppo brutta ed è giusto non farvela vedere”. “C’è un “rifiuto di leggere correttamente le caricature, di capire davvero la satira. La vignetta è politica, parla di un ministro ed è una risposta alle sue parole sulla natalità in Italia e sulla sostituzione etnica. Il bersaglio è Lollobrigida”. Parole di Gerard Biard, caporedattore di Charlie Hebdo, il giornale satirico per eccellenza. Quello che tutti difendevano con l’hashtag #JeSuisCharlie.

CORRIERE – Il principale quotidiano italiano dedica un articolo firmato dalla principale cronista politica, Monica Guerzoni, che riporta le parole di Giorgia Meloni e di seguito tutti coloro che da destra a sinistra hanno criticato il Fatto Quotidiano. Natangelo prende di mira il ministro Lollobrigida, ma per il Corriere è la vignetta è “contro la sorella” della premier, Arianna Meloni. Interessante che Emilio Giannelli, storico vignettista che ogni giorni pubblica in prima pagina proprio sul Corriere, al Fatto spieghi: “C’è un pauroso restringimento della capacità di sorridere“. E ancora: “Negli altri Paesi hanno disegnato re e regine a culo nudo e nessuno reagisce così“.

LA STAMPA – Il quotidiano diretto da Massimo Giannini, invece, preferisce accompagnare a un articolo di cronaca il commento di Luca Bottura, già redattore del quotidiano satirico Cuore. “È la satira bellezza, anche quando è volgare”, il titolo del suo articolo che sottolinea: quando la politica spiega che cos’è la satira “non è mai un bello spettacolo“. Sempre su La Stampa, in prima pagina, il fondo firmato da Mattia Feltri a sua volta critica chi ha criticato la vignetta di Natangelo, evidenziando “il declino di una società quando è indisposta a ridere, o a sorridere, o a cambiare pagina se non gli viene né da ridere né da sorridere”.

IL FOGLIO – Se La Repubblica preferisce dare notizia della polemica solo in una breve a pagina 11, tra chi fa satira e la difende c’è anche Makkox, che oltre a partecipare alla trasmissione Propaganda Live firma ogni giorno la vignetta in prima pagina per Il Foglio. Quella di venerdì mattina è eloquente: “La satira di buon gusto, quella che mette tutti d’accordo“, con sotto una bella pagina bianca.

IL TEMPO – Invece, sempre tra chi fa satira, a criticare Natangelo e la sua vignetta è Federico Palmaroli, “Osho“, noto appunto per la sua amicizia con Giorgia Meloni. Il vignettista de Il Tempo parlando all’Adnkronos si lancia nella sua analisi: “Io ho sempre detto che esiste il diritto di satira e la satira deve essere lasciata libera di agire senza paletti, che peraltro non sono mai obiettivi, ma in questo caso si è esagerato. A me Natangelo piace, è un bravo ragazzo, ma a differenza di altre occasioni non me la sento di difenderlo, è andato troppo oltre e doveva essere stoppato“. E ancora: “Capisco la reazione di Giorgia Meloni, perché lei sente il peso del coinvolgimento dei suoi familiari”. Neanche a dirlo, Il Tempo si è schierato ovviamente a fianco della premier, titolando “vignetta choc“.

LIBERO e IL GIORNALE – Ancora più duri altri due giornali di destra. In particolare Libero che addirittura in apertura titola “Sono fuori di testa” e tra la Cgil, Boldrini e il Parlamento Ue mette in mezzo anche la vignetta del Fatto. L’editoriale di Alessandro Sallusti sostiene che la sorella della premier, sposata con un ministro, “non è un personaggio pubblico“. “Ma di che satira parliamo? E’ un po’ come se io in un dibattito con Travaglio chiamassi in causa suo figlio e sua moglie”, scrive ancora Sallusti. Il Giornale invece titola “vignetta oscena” in prima pagina e poi parla di “attacco del Fatto”. Il commento firmato da Valeria Braghieri sostiene che “l’unica cosa che non si perdona alla satira è di non far ridere“. L’articolo tenta perfino di spiegare la vignetta di Natangelo, ma ne offre una lettura distorta rispetto al suo reale significato. Per poi però concludere: “Noi ci guardiamo bene dal condannare la libertà di satira”.

IL MESSAGGERO e LA VERITÀ – In quanto a titolo contro il Fatto e la vignetta su Lollobrigida, il più diretto arriva però da Il Messaggero: a pagina 4 campeggia la scritta “La barbarie della vignetta contro Arianna Meloni”. L’articolo è firmato da Mario Ajello che nell’attacco scrive: “Non è satira, è barbarie. Non è un atto politico, è un’aggressione personale e un vilipendio al corpo delle donne”. Neanche la stessa premier Meloni era stata così dura. Da segnalare, infine, un altro quotidiano di destra – La Verità – che invece si limita a un articolo di cronaca in taglio basso a pagina 6, dando spazio all’opinione di Osho e alla polemica politica.

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