L’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa, nell’anno che si classifica al secondo posto tra i più roventi. Tanto che gran parte del Continente ha subito ondate di calore intense e prolungate con l’area meridionale che ha sperimentato il più alto numero di giorni di ‘stress termico intenso’. Allo stesso tempo, le scarse precipitazioni e le alte temperature hanno portato a una diffusa e preoccupante siccità (firma qui la petizione del Fatto quotidiano per condividere la proposta di Legambiente sull’urgenza di un piano nazionale immediato per fare fronte all’emergenza). Questo mentre la concentrazione di anidride carbonica è la più alta da oltre 2 milioni di anni. E’ quanto viene fuori dal rapporto Global Climate Highlights 2022 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea che presenta nel dettaglio gli eventi climatici significativi del 2022 in Europa e nel mondo.

A livello globale, gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati. Nel corso del 2022, le concentrazioni medie annue globali di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) hanno raggiunto i livelli più alti mai misurati dal satellite. Secondo i dati di C3S, in Europa, le temperature stanno aumentando a un tasso doppio rispetto alla media globale, più velocemente di qualsiasi altro Continente. Mauro Facchini, Capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea, ricorda che “l’ultimo rapporto di sintesi dell’Ipcc segnala che il tempo sta per scadere e che il riscaldamento globale ha portato a eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, come nel caso dell’Europa”. Più nel dettaglio, i dati presentati nel report mostrano che negli ultimi cinque anni – dal 2018 ad oggi – le temperature in Europa sono aumentate di +2,2 gradi rispetto all’era preindustriale (periodo compreso tra il 1850 e il 1900). Non solo. Il caldo estremo registrato nella fase finale della primavera e durante l’estate, ha creato condizioni di pericolo per la salute umana.

“Il rapporto evidenzia i preoccupanti cambiamenti del nostro clima, tra cui l’estate più calda mai registrata in Europa, segnata da ondate di calore marino senza precedenti nel Mar Mediterraneo e da temperature record in Groenlandia. Comprendere le dinamiche climatiche in Europa è fondamentale per i nostri sforzi di adattamento e mitigazione degli impatti negativi dei cambiamenti climatici sul continente”, spiega Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S). La regione artica sta subendo drastici cambiamenti climatici. Le temperature nell’Artico sono aumentate molto più rapidamente rispetto a quelle della maggior parte del resto del globo, tanto da essere superiori alla media di ben otto gradi, le più alte mai registrate. Questo ha provocato uno scioglimento inedito della calotta polare, che ha interessato almeno il 23% della calotta polare al culmine della prima ondata di calore.

Uno degli eventi più significativi che ha caratterizzato l’Europa nel 2022 – rileva ancora il report – è stata, appunto, la siccità diffusa. Durante l’inverno 2021-2022, gran parte dell’Europa ha registrato un numero di giorni di neve inferiore alla media, con molte aree che hanno registrato fino a 30 giorni in meno. In primavera, le precipitazioni sono state inferiori alla media in gran parte del continente, con il mese di maggio che ha raggiunto il valore più basso mai registrato. La mancanza di neve invernale e le alte temperature estive hanno provocato una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, equivalente a oltre 5 km3 di ghiaccio. Le scarse precipitazioni, che si sono protratte per tutta l’estate, insieme alle eccezionali ondate di calore, hanno causato anche una siccità diffusa e prolungata che ha colpito diversi settori, come l’agricoltura, il trasporto fluviale e l’energia. Inoltre, il tasso annuo di umidità del suolo è stato il secondo più basso degli ultimi 50 anni, con solo alcune aree che hanno registrato condizioni di umidità del suolo superiori alla media. Infine, la portata dei fiumi in Europa è stata la seconda più bassa mai registrata, segnando il sesto anno consecutivo con flussi inferiori alla media. In termini di superficie interessata, il 2022 è stato l’anno più secco mai registrato, con il 63% dei fiumi europei che hanno registrato flussi inferiori alla media.

Anche le condizioni di rischio di incendi sono state superiori alla media, mentre le uniche notizie confortanti arrivano dal fronte delle energie rinnovabili: l’Europa ha ricevuto infatti la quantità più elevata di radiazione solare superficiale degli ultimi 40 anni e, di conseguenza, la produzione potenziale di energia solare fotovoltaica è stata superiore alla media nella maggior parte del Continente. “La riduzione delle emissioni di gas serra è un imperativo per mitigare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Comprendere e rispondere ai cambiamenti e alla variabilità delle risorse energetiche rinnovabili, come l’eolica e la solare, è fondamentale per sostenere la transizione energetica verso il NetZero. Dati accurati e tempestivi migliorano la redditività di questa transizione energetica”, conclude Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus.

Aggiornato da Redazione Web il 20 aprile 2023 alle ore 14.42

Articolo Precedente

La transizione ecologica che l’Italia sta attuando è un Far West. Non mi resta che disperarmi

next
Articolo Successivo

Torino, nella cooperativa agricola che produce energia dagli scarti degli allevamenti: “11mila tonnellate di CO2 sottratte all’ambiente”

next