Il sindaco di Padova, Sergio Giordani, e l’assessore ai lavori pubblici, Diego Bonavina, avevano insistito per far concludere i lavori della nuova curva dello stadio di calcio in tempo per le elezioni comunali del giugno 2022, ma non si trattò di un’indebita interferenza, né tanto meno di concussione, abuso d’ufficio o turbata libertà degli incanti. Lo ha stabilito il gip Elena Lazzarin che ha accolto la richiesta di archiviazione del pubblico ministero Benedetto Roberti. Restano, invece, indagati due funzionari comunali e due imprenditori.

L’epilogo favorevole agli amministratori della giunta di centrosinistra di Padova è arrivato sei mesi dopo che i loro nomi erano diventati di pubblico dominio, a novembre. Le indagini riguardavano un subappalto nel cantiere e gli interventi per accelerare i lavori. “Sono soddisfatto, so di aver sempre agito in buona fede senza compiere alcun atto contro la legge” ha commentato Giordani. “È la fine di un incubo, grazie a chi mi è stato vicino” ha aggiunto Bonavina.

A dare la notizia è stato l’ufficio stampa del Comune di Padova. Sono stati gli avvocati Alberto Berardi e Michele Godina ad informare la giunta della conclusione di una parte dell’indagine che riguarda la costruzione della curva Fattori dello Stadio Euganeo. “Il decreto del giudice attesta – all’esito di approfondimenti investigativi che la stessa autorità giudiziaria ha definito, per quanto ci riguarda, completi e non suscettibili di ulteriori sviluppi – che non vi è stata alcuna condotta illecita da parte nostra. È stata altresì accertata la nostra totale estraneità rispetto alla concreta gestione dell’appalto e delle società che operavano nel cantiere, tuttora in fase di accertamento”.

Giordani si era sempre detto fiducioso. “È un dovere di tutti i cittadini, e a maggior ragione di un uomo delle istituzioni, avere atteggiamenti di piena collaborazione e rispetto nei confronti dell’autorità giudiziaria, che possano servire da esempio e aiutino a consolidare nella comunità la fiducia verso i poteri dello Stato. Questo è sempre stato il mio stile in ogni frangente della mia carriera, non solo politica, e lo resterà sempre”. E ha aggiunto, dimostrando grande rispetto per le indagini che riguardano i pubblici amministratori: “Ritengo giusto che la realizzazione delle grandi opere pubbliche sia sottoposta a controllo, a tutela della collettività. Chi come me è chiamato a ricoprire il delicato e prestigioso ruolo di primo cittadino sa bene che può essere del tutto fisiologico che alcune sue stesse azioni siano verificate: ciò è del tutto normale ed è questa la ragione per la quale ho vissuto questo passaggio con grande serenità”.

L’inchiesta riguardava due tecnici e due imprese per la modalità di un subappalto che non sarebbero state regolari. Il faro sul sindaco e sull’assessore si era acceso a causa di alcune intercettazioni. Sia Giordani che Bonavina, quando parlavano al telefono con i tecnici, si raccomandavano sempre: “Finiamo questi lavori”. Il pm sospettava che si nascondessero pressioni illecite a fini elettorali, ovvero poter concludere i lavori prima delle elezioni comunali dove Giordani si era ricandidato alla poltrona di sindaco. I difensori avevano replicato che l’unico interesse del sindaco era quello di mantener fede al rispetto della scadenza contrattuale, che prevedeva l’utilizzabilità della curva per la finale dei play off della serie C con il Palermo prevista per il 5 giugno 2022.

A far drizzare le orecchie erano state espressioni del genere “Fai una brutta fine te, eh. Fisicamente…”, rivolte dal sindaco al funzionario indagato. L’assessore aveva anche adombrato possibili ricadute elettorali, dicendo: “Rischiamo che arrivi un’altra amministrazione per sta roba qua, è un argomento per cui ci massacrano”. Il gip scrive che i due amministratori “non hanno posto in essere atti punitivi o ritorsivi” nei confronti del dirigente comunale e che “non è emersa prova che fossero consapevoli del subappalto illecito”. Le frasi pronunciate al telefono sono rimaste senza conseguenze, un modo “colorito” per “spronare” il dipendente comunale.

Restano indagati per il subappalto il dirigente comunale Stefano Benvegnù, il direttore dei lavori Giacomo Peruzzi, l’imprenditore Elio Scirocchi della Esteel di Viterbo (vincitore dell’appalto) e Giovanni Vattiato della Tecnoedil di Brescia, che ha ottenuto il subappalto. La curva, a suo tempo messa sotto sequestro, non è ancora conclusa. Serve un nuovo bando per concludere i lavori.

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