Una procedura d’infrazione per il mancato corretto recepimento della direttiva europea in materia di antiriciclaggio. È quella che ha aperto la Commissione europea a carico dell’Italia, ma anche della Lettonia e del Portogallo. Ai tre Paesi è stata inviata una lettera di costituzione in mora. Roma, Lisbona e Riga “avevano notificato” a Bruxelles il “pieno recepimento” della quinta direttiva Ue sull’antiriclaggio.

La Commissione europea, però, “ha individuato diversi casi” di “mancata conformità” su aspetti ritenuti “fondamentali”, decidendo pertanto di inviare alle autorità nazionali una lettera di messa in mora. Nel caso dell’Italia la procedura d’infrazione riguarda “l’obbligo di registrazione, la licenza o regolamentazione dei fornitori di servizi“. Alla Lettonia viene contestata la violazione dell’obbligo di istituire un registro dei pagamenti e dei conti bancari, mentre al Portogallo di non garantito all’Unità di informazione finanziaria un adeguato accesso alle informazioni antiriciclaggio.

Nella lettera di costituzione in mora, la commissione Ue scrive: “Le norme sono fondamentali nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. Le lacune legislative che si verificano in uno Stato membro hanno un impatto sull’Ue nel suo insieme. Ecco perché le norme dell’Unione europea dovrebbero essere attuate e controllate in modo efficiente per combattere la criminalità e proteggere il nostro sistema finanziario“. Bruxelles fa sapere che Roma, Riga e Lisbona hanno due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione può decidere di deferire i tre Paesi alla Corte di giustizia dell’Unione europea. La quinta direttiva Ue sull’antiriciclaggio amplia prevede regole più dettagliate per l’uso di carte prepagate e a controparti di paesi ad alto rischio, estende le misure di trasparenza della titolarità effettiva di società e trust prevedendo l’istituzione di registri nazionali più accessibi, rafforza i poteri delle Unità d’informazione finanziaria.

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