Dopo essere precipitato nel giro di poche ore, il progetto di partito unico tra Azione e Italia viva è ora “definitivamente morto“. Lo annuncia Carlo Calenda lasciando il Senato, dove ha votato gli emendamenti alla legge di conversione del decreto Pnrr seduto a poca distanza da Matteo Renzi. “Non ho parlato con lui in Aula, non c’è stato modo. In ogni caso il progetto è definitivamente morto. Andremo avanti con due partiti e, se ricomporremo il clima, ci alleeremo dove sarà possibile”, dice. E informa che la nuova riunione del “comitato politico” che deve definire la strada verso il partito unico, prevista per oggi alle 17, non si terrà: “Non c’è il clima giusto“. Il segretario di Azione è un fiume in piena: incalzato dall’inviato di Striscia la notizia Enrico Lucci, ripete che il partito non si riuscirà a fare “perché Renzi non lo vuole fare. Vuole tenersi soldi e partito di Italia viva e non si possono far nascere da due partiti tre partiti: diventa ridicolo”. E lo punge: “Non ci ho parlato, perché lui parla solo con Obama e Clinton“.

La nota di Iv: “Autogol clamoroso” – L’addio alla fusione è una scelta che da Iv definiscono “unilaterale“: “Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni”, recita una nota del partito. “Gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia viva è pronta a sciogliersi come Azione il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse Italia viva ha trasferito fino ad oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico. Leopolda, Riformista, retroscena, veline, presunti conflitti di interesse sono solo tentativi di alimentare una polemica cui non daremo seguito. La costruzione di una proposta alternativa a populisti e sovranisti è da oggi più difficile ma più urgente. Nei prossimi mesi noi rispetteremo gli amici di Azione cercando ogni forma di collaborazione senza rispondere alle polemiche di alcuni dei loro dirigenti”, si legge.

Calenda a Renzi: “Lo “stai sereno” non ha funzionato” – D’altra parte, non aveva fatto in tempo a passare la notte che il cosiddetto Terzo polo aveva già ricominciato a lavare i panni sporchi in piazza. Dopo l’alta tensione di mercoledì sera, con il fallimento del vertice tra i maggiorenti dei due partiti, Calenda era tornato all’attacco su Twitter, accusando Iv di voler boicottare il progetto dal punto di vista politico e soprattutto finanziario. Prima posta il titolo di un retroscena della Stampa (smentito) in cui a Renzi viene attribuito il virgolettato “Calenda è pazzo, ha sbagliato il dosaggio delle pilloline”: “Queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lostai sereno non ha funzionato. Fine”. A rispondere è direttamemente il partito renziano dal proprio account ufficiale, postando il documento sul processo costituente emendato con le proprie modifiche: “Carlo, nessuno ha mai pronunciato quelle frasi. Qui c’è il testo pronto: vuoi firmare o preferisci di no?”.

“Iv vuol continuare a fare politica nel 2024” – Ma l’ex ministro dello Sviluppo economico è incontenibile e lancia una nuova serie di tweet in cui elenca le sue doglianze: “Ieri Italia viva ha confermato di voler deliberare lo scioglimento (con effetto 2024) solo dopo aver saputo il vincitore del congresso e di voler continuare a fare politica attraverso Iv almeno per tutto il ‘24. Idem sul prendere impegni economici concreti verso il nuovo partito. Noi invece eravamo pronti a prendere subito un impegno sullo scioglimento e a girare tutte le risorse per fare la campagna delle europee. Abbiamo preso impegno con gli elettori di fare un partito unico, non una scatola vuota aggiuntiva”, scrive. Nella proposta presentata da Azione, aggiunge, c’erano “tutti gli elementi di democrazia e contendibilità. Del resto a differenza di Iv Azione ha fatto tutti i congressi comunali, provinciali, regionali, nazionali”. E conclude: “Infine abbiamo preteso che vi fosse una clausola che riprendesse quella etica del Parlamento europeo sui conflitti di interesse. Questo è quanto. Il resto sono armi di distrazione di massa”.

I renziani: “Stai mentendo, polemiche senza motivo” – Non passa nemmeno mezz’ora e il partito di Matteo Renzi risponde di nuovo: “Carlo, stai mentendo: lo scioglimento avviene chiunque vinca il congresso ma dopo che viene eletto il segretario, non prima. Italia viva termina la propria attività politica nell’ottobre 2023. Le risorse del 2024 andranno ovviamente sulle europee e saranno gestite dal partito unico. Ma che senso ha fare polemica sui soldi e non sugli ideali? In ogni partito chi vince il congresso gestisce la tesoreria, ovvio, no?”. E ancora, sulla clausola etica che impedirebbe a Renzi di ricoprire cariche dirigenziali nel partito, “noi siamo favorevoli. Dov’è il problema? Stai facendo polemica senza alcun motivo. Questa necessaria discussione sul merito delle scelte da fare dobbiamo continuare a farla sui social o possiamo farla in riunione?”.

Renzi: “Calenda ha cambiato idea? Ne prendiamo atto” – Nello stesso tempo dice la sua anche il leader di Iv, sempre a mezzo social: “In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo polo. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena. Andrei al sodo. Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l’elezione del segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto”. Poi difende la Leopolda, la sua storica kermesse fiorentina che il capo di Azione vorrebbe interrompere con la nascita del nuovo soggetto: “Chi conosce quell’esperienza sa che è un momento bello di confronto politico tra generazioni e storie diverse. È un momento in cui tante persone si avvicinano alla politica. Dire che non può essere più fatta la Leopolda non ha senso. Il mio è un appello finale”, conclude, “basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra”.

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