Ennesimo tentativo fallito di matrimonio tra Gianni Vattimo, 87enne padre del “pensiero debole”, e il suo compagno-assistente Simone Caminada, 39enne brasiliano originario di Salvador Bahia, condannato dal tribunale di Torino per circonvenzione di incapace ai danni del filosofo. L’accusa sarebbe la stessa, poichè Caminada sembrerebbe approfittare delle condizioni di fragilità del filosofo per ottenere il suo patrimonio ed essere dichiarato erede universale. Procediamo con ordine: la sindaca di Occimiano (Alessandria) Valeria Olivieri, che li avrebbe dovuti sposare, è stata la prima sospettare. Il 3 marzo si è incontrata con i due in municipio per unirli in matrimonio: tra i presenti c’era anche il “mediatore” Tullio Romussi, indagato anche lui per circonvenzione di incapace. È lui che chiama il sindaco per avvertirlo di questa unione e, secondo le indagini, avrebbe aiutato Caminada a incastrare il filosofo.

A non convincere la sindaca sono le parole a “mezza bocca”, quasi monosillabi pronunciati da Gianni Vattimo, che non hanno dato alla Olivieri una buona impressione: “Rispondeva a monosillabi o poco più”, ha commentato Olivieri, secondo quanto riporta La Stampa. “E quella scena non mi piacque per niente. C’era qualcosa che non funzionava in questa storia. E allora ho preso del tempo e poi quando ho capito di più sono andata dai carabinieri.” La prima cittadina, infatti, ha riferito tutto ai carabinieri: ora la Procura di Vercelli indaga su Simone Caminada e Tullio Romussi, accusati di circonvenzione di incapace.

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“Il sesso è una delle cose belle che Dio ha dato alla persona. Chi odia ed esclude la comunità Lgbt? Infiltrati che approfittano della Chiesa”

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