È stato il figlio di 8 anni a premere il grilletto della pistola che ha ucciso Rkia Hannaoui, la donna di Ariano Polesine trovata agonizzante in casa, colpita alla testa da un proiettile. Secondo le ultime ricostruzioni degli inquirenti, la morte della donna è quindi dovuta a un tragico incidente, con il bimbo che ha usato la pistola del padrone di casa, è entrato in casa e, maneggiando l’arma, ha fatto partire il colpo mortale. Non è ancora chiaro, comunque, come il piccolo si sia procurato l’arma.

Le indagini sono partite quando la donna è stata ritrovata in casa, mercoledì scorso, stesa a terra ancora agonizzante e con un foro di proiettile alla testa. Fin da subito era partita la ricerca dell’arma del delitto che, però, è stata ritrovata solo nella mattinata di martedì vicino all’abitazione dove la donna abitava assieme al marito e ai due figli. Erano stati proprio i due bambini di 8 e 11 anni a dare l’allarme, mentre il marito non era in casa quando sono successi i fatti.

L’autopsia aveva comunque già confermato che il colpo era stato sparato da una distanza non ravvicinata. In una nota, la procuratrice della repubblica di Rovigo, Manuela Fasolato, aveva spiegato che l’esame autoptico ha riscontrato un foro d’ingresso nella tempia sinistra riconducibile a un proiettile calibro 22 che è stato poi trovato nella parte destra del cranio. La magistratura aveva aperto un fascicolo di indagine contro ignoti per omicidio.

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