L’aggressione è stata feroce e spietata. E’ avvenuta domenica scorsa in via Cappuccini a Sant’Agnello, sulla Costiera sorrentina, in un parco residenziale, ma se ne è avuta notizia dopo alcuni giorni e grazie ad un intervento del deputato M5s Federico Cafiero De Raho. L’ex procuratore nazionale antimafia ha riferito in aula che il presidente del Wwf della penisola sorrentina, Claudio d’Esposito, era stato pestato a sangue da un soggetto già condannato per reati di camorra: è rimasto a terra, in stato confusionale, in attesa dell’ambulanza. “Ti svito la testa… sei un verme…”, queste le urla ascoltate da d’Esposito prima di restare semi cosciente, tramortito dagli schiaffi e da alcuni calci alle tempie, alla spalla e alle costole, secondo la ricostruzione fornita dalle fonti de ilfattoquotidiano.it. L’aggressore è un imprenditore edile, i due si conoscevano e d’Esposito, ignaro del pericolo a cui andava incontro, aveva accettato l’invito a fare due chiacchiere. L’uomo, che vive nel condominio di fronte a quello dove è iniziata l’aggressione, si era accorto che l’attivista Wwf era impegnato in alcuni rilievi per disegnare un giardino in una proprietà di un inquilino e lo aveva atteso nel cortile per circa un’ora. “Vieni con me, ti voglio parlare, ti voglio far vedere una cosa”. Poi le botte.

Agghiacciante la narrazione dell’accaduto, per il quadro omertoso che ne emerge, da parte di persone vicinissime a d’Esposito che ne hanno raccolto le confidenze a caldo. Una donna avrebbe riferito, mentre la vittima era già a terra, che l’aggressore stava minacciando di morte le persone che si erano affacciate dopo le grida di aiuto, per provare a impedire l’arrivo dei carabinieri. Che comunque sono intervenuti dopo una telefonata al 112 ed avrebbero ascoltato qualcuno dire “il ragazzo non mangia da tempo, è svenuto per questo…”. Cafiero De Raho da ex pm non ha avuto difficoltà nell’individuare e sottolineare il movente dell’aggressione a d’Esposito nel suo attivismo ambientalista. Su carta intestata del Wwf della costiera sono state scritte numerose denunce contro gli abusi e le diffuse illegalità urbanistiche ed edilizie, che hanno danneggiato gli interessi degli speculatori del posto. Nella fedina penale dell’aggressore compare una condanna a quattro anni e mezzo di carcere per illecita concorrenza aggravata dal metodo camorristico e concorso esterno in associazione camorristica. L’uomo ha scontato la pena, dopo essersi sempre dichiarato innocente, ed è tornato in libertà cinque anni fa.

Secondo la ricostruzione accusatoria della Dda di Napoli, pm Pierpaolo Filippelli, riscontrata nel processo, l’uomo in passato si era rivolto al clan Esposito di Santa Maria La Carità per “allargare” il suo giro d’affari, e costringere altri tre imprenditori edili ad acquistare calcestruzzo esclusivamente presso la sua ditta di Piano di Sorrento. La stessa impresa che in anni successivi avrebbe dovuto realizzare un parcheggio in un’area di vico II Rota a Sorrento, dove fu raso al suolo un agrumeto. Un progetto fermato dalla magistratura di Torre Annunziata dopo le denunce del Wwf di d’Esposito. Il referto medico di d’Esposito ha accertato dieci giorni di prognosi, quindi la procura di Torre Annunziata guidata da Nunzio Fragliasso può attivarsi solo dopo una querela che al momento non è stata formalizzata: l’attivista Wwf sta male e non riesce per ora a recarsi nell’ufficio del suo avvocato, Gianni Pane, per redigerla e firmarla, come è sua intenzione.

Anche perché i pm rischiano di avere le mani legate: tra i regali della riforma Cartabia c’è quella dell’introduzione dell’obbligatorietà della querela anche per le aggressioni e le minacce con l’eventuale aggravante camorristica. “E’ evidente che in mancanza di una procedibilità d’ufficio, come quella che abbiamo chiesto ripetutamente, bisognerà aspettare che Claudio d’Esposito tornando a casa possa presentarsi presso un ufficio di polizia perché eserciti quel diritto” ha ricordato Cafiero De Raho alla Camera. “Ma dovrà esercitarlo nei confronti di un soggetto particolarmente pericoloso, ecco perché chiedevamo la procedibilità d’ufficio. Questo episodio evidenza che c’è l’esigenza di un controllo del territorio molto intenso in Campania, laddove la Campania è stata considerata una provincia con indici di pericolosità camorristica di altissima intensità”. Una camorra che sta da anni alla finestra per provare a introdursi in costiera sorrentina. Nelle mappe che la Dia aggiorna ogni sei mesi, i clan di camorra risultano presenti e attivi solo fino a Castellammare di Stabia. Un avvocato con quasi quaranta anni di professione alle spalle ieri rifletteva ad alta voce col cronista de ilfattoquotidiano.it: “A Sant’Agnello risiedono od operano da anni diversi personaggi collegati al clan d’Alessandro, ai clan dei Monti Lattari, agli affari di un imprenditore stabiese condannato in primo grado per estorsione aggravata dal metodo mafioso”. E ne ha snocciolato i nomi: sono almeno quattro, l’aggressore di d’Esposito è soltanto uno di loro, nemmeno il pesce più grosso. Una concentrazione sospetta, che inquieta alcuni residenti, e che secondo l’avvocato è avvenuta perché qui le politiche urbanistiche hanno consentito colate di cemento altrove vietate. Chiaro il riferimento ai 53 appartamenti di housing sociale sequestrati dai pm di Torre Annunziata, guarda caso anche qui in seguito a una denuncia del Wwf sorrentino. C’è un processo in corso, prossima udienza 10 maggio.

Nel frattempo d’Esposito è stato investito da una valanga di attestazioni di stima e di solidarietà, espressa a vario titolo e in forme diverse dal sindaco Piergiorgio Sagristani, dal suo collega di Piano di Sorrento Salvatore Cappiello, dal deputato Pd Marco Sarracino e dall’ex parlamentare dem Sandro Ruotolo, dalla deputata M5s Carmen Di Lauro, dal deputato dell’Alleanza Verdi-la Sinistra Francesco Borrelli. Ben 12 associazioni ambientaliste e di legalità del territorio costiero hanno aderito e stanno lavorando a un’iniziativa di piazza che dovrebbe svolgersi nei prossimi giorni, forse martedì. Alla quale ha promesso la sua presenza Cafiero de Raho e alla quale dovrebbero partecipare molti altri nomi.

Articolo Precedente

In Italia “c’è puzza di gas”, Legambiente svela la dispersione di metano in 16 impianti: “Serve una legge su monitoraggio e manutenzione”

next
Articolo Successivo

Una montagna di letame di fronte alla Regione Piemonte. L’azione degli ambientalisti: “La politica ci porta verso il collasso climatico”

next