Archiviata, almeno per il momento, il ruolo della milizia Wagner dietro l’aumento delle partenze dalla Tunisia, il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, che nel pomeriggio di martedì 28 marzo avrà un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Blinken, lasciando la riunione dei deputati di Forza Italia a Montecitorio, afferma che la priorità è fermare le partenze e per farlo “stiamo lavorando affinché il Fondo Monetario Internazionale e l’Unione Europea finanzino come previsto la Tunisia”. “Se giustamente si chiedono delle riforme – spiega – si può trovare la formula del finanziamento per trances, cominciando con 300 milioni, poi verificare se ci sono le riforme e poi andare avanti. Questo proporrò a Blinken”.

Tajani glissa su un finanziamento, equipaggiamento e addestramento della guardia costiera tunisina, attraverso un accordo stile ‘Memorandum Italia-Libia’. “Il nostro obiettivo – risponde ai giornalisti – è quello di rafforzare il nostro legame con la Tunisia, aiutando complessivamente la Tunisia non solo sul problema migratorio ed avere con loro un rapporto strategico, a partire dalla questione energetica ed economica, tant’è che noi abbiamo previsto un finanziamento italiano di 100 milioni di euro, 50 dovranno andare al bilancio e 50 alle piccole e media imprese tunisine”.

Tajani nega che il presidente tunisino Saied alimenti problemi legati ai diritti umani nel Paese, in special modo contro i sub-sahariani nel Paese, come si evince da alcune recenti affermazioni: “In quel Paese non ci sono violazioni di diritti umani, stiamo parlando di un Paese in grande difficolta” afferma Tajani che inoltre esclude un’operazione “Mare Nostrum Europea”. “È una proposta del Partito Democratico che non mi pare soddisfacente né risolutiva. Una missione di salvataggio europea? Guardate quanti salvataggi sono stati fatti dalla Martina Miliare e dalla Guardia Costiera”.

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