Nonostante le lamentele di ristoratori, albergatori e imprese del turismo che dicono di non trovare collaboratori, nel 2022 le assunzioni stagionali hanno toccato un numero record: 1.018.089, contro i 924mila del 2021, 581.600 del 2020, 732.983 del 2019, 660.585 del 2018 e 615mila del 2017. In corso d’anno le assunzioni a tempo indeterminato sono state 1.374.342 (tornando così sui livelli del 2019) e quelle a termine 3,5 milioni: quest’ultimo dato è il più alto dal 2016, quando i contratti precari attivati furono 3,7 milioni. Sono state poi oltre 700mila le assunzioni intermittenti. Lo si legge nell’Osservatorio Inps sul precariato secondo il quale si è registrata una variazione netta positiva soprattutto per i contratti a tempo indeterminato che sono risultati 336.455 in più rispetto al 2021 (al netto dei somministrati e degli intermittenti).

Le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati (esclusi quelli agricoli) nel corso del 2022 sono state 8.059.000, con un aumento del +11% rispetto al 2021. La crescita ha interessato tutte le tipologie contrattuali: +18% per il tempo indeterminato, +16% per gli intermittenti, +11% per l’apprendistato, +10% per tempo determinato e stagionali, +5% per i somministrati. Le cessazioni sono state 7.617.318 con un saldo positivo di 441.242 unità. Tra gennaio e dicembre le cessazioni da contratto stabile, in particolare, sono state 1.863.593.

Le cessazioni nel 2022 sono state 7.617.000, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+16%) per tutte le tipologie contrattuali: contratti intermittenti (+27%), contratti a tempo determinato e stagionali (+18%), contratti in apprendistato (+14%), contratti a tempo indeterminato (+12%) e contratti in somministrazione (+11%). Analizzando le cessazioni dei contratti a tempo indeterminato con riferimento alla causa si evidenzia un forte aumento del 2022 rispetto al 2021 dei licenziamenti di natura economica (+41%): occorre però ricordare che fino al 30 giugno 2021, per gran parte dell’industria, e fino al 31 ottobre 2021, per il terziario e il resto dell’industria, i licenziamenti economici erano bloccati dalle normative introdotte nel 2020 causa Covid. Il confronto con il 2019 rileva invece una contrazione: circa 127.000 licenziamenti in meno (-25%). In crescita invece risultano i licenziamenti disciplinari: circa 36.000 in più nel 2022, rispetto al corrispondente periodo del 2019.

Le dimissioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato registrano invece un incremento nel 2022 pari al 10% rispetto al corrispondente periodo del 2021 e del +24% rispetto al 2019. Il livello raggiunto (1.256.000 nel 2022) dipende anche dal completo recupero delle dimissioni mancate del 2020, quando tutto il mercato del lavoro era stato investito dalla riduzione della mobilità connessa alle conseguenze dell’emergenza sanitaria.

I maggiori contribuiti alla crescita sono stati assicurati dalle costruzioni (+271.000 nel triennio, +79.000 nell’ultimo anno) e dal terziario professionale (+233.000 nel triennio, +101.000 nell’ultimo anno), al cui interno evidenzia un peso particolare il segmento della consulenza informatica. Nel corso dell’ultimo anno, illustra inoltre l’Inps, accanto alla crescita dei rapporti di lavoro, è proseguito il processo di riassorbimento della Cassa integrazione che aveva avuto il suo massimo sviluppo ad aprile 2020 con 5,6 milioni di dipendenti interessati. A maggio 2021 i lavoratori in Cig risultavano scesi a poco meno di 1,5 milioni con una media mensile pro capite di 69 ore. Nel 2022, dopo le oscillazioni invernali, è ripresa tra la primavera e l’estate la tendenza al riassorbimento della Cig. A ottobre 2022 (cui si riferiscono gli ultimi dati disponibili) i cassintegrati risultavano 271.000 (a ottobre 2021 erano ancora 689.000) con una media di 40 ore pro capite.

Per quanto riguarda la consistenza dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale a dicembre 2022 si attesta intorno alle 15.000 unità, sostanzialmente in linea con quello di dicembre 2021. L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva è pari a 293 euro. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia, a dicembre 2022 sono circa 10.000, in diminuzione del 12% rispetto a dicembre 2021. L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva risulta pari a 155 euro.

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