È morto Dick Fosbury, l’uomo che ha rivoluzionato il salto in alto. Campione olimpico a Città del Messico 1968, l’atleta statunitense – una vera e propria leggenda dell’atletica leggera – aveva compiuto 76 anni lo scorso 6 marzo. Fu lui a cambiare per sempre la tecnica per scavalcare l’asticella, rovesciando la posizione della schiena, tanto che il salto dorsale – poi universalmente usato al posto dello scavalcamento ventrale – è stato ribattezzato “Fosbury Flop”. Un pioniere.

Dopo aver vinto i campionati universitari e i trials di qualificazione per i Giochi olimpici, Fosbury salì alla ribalta mondiale con la medaglia d’oro conquistata a Città del Messico e stabilendo il nuovo record olimpico con la misura di 2,24 metri. Il saltatore si ritirò già l’anno successivo, non partecipando alle Olimpiadi che si tennero nel 1972 a Monaco di Baviera. Nel 1981 è stato introdotto nella National Track&Field Hall of Fame.

A darne per primo notizia è stato il suo ex agente Ray Schulte su Instagram: “È con il cuore addolorato che devo rilasciare la notizia che l’amico e cliente di lunga data Dick Fosbury è morto pacificamente nel sonno domenica mattina presto dopo un breve periodo con una recidiva di linfoma”. La leggenda dell’atletica leggera lascia la moglie Robin Tomasi e quattro figli. Tra i commenti immediati, quello del velocista di Trinidad e Tobago, Ato Boldon: “RIP 1968. Medaglia d’oro olimpica e leggenda del salto in alto-pioniere, scomparso domenica. Condoglianze alla sua famiglia e agli amici. Godspeed, Fos, eternamente grato”.

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