Oltre mille migranti sono sbarcati nel giro di 24 ore sull’isola di Lampedusa. Solo da mezzanotte gli arrivi sono stati 21, per un totale di 885 naufraghi soccorsi. Le persone portate in salvo sono originarie di Ciad, Siria, Sudan, Yemen, Senegal, Mali, Guinea, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Liberia e Gambia. I vari gruppi, arrivati con svariati barchini, sono stati portati tutti all’hotspot di contrada Imbriacola. Hanno riferito di essere salpati tutti da Sfax in Tunisia e che le traversate non sono state facili perché il mare è molto mosso. Proprio sulla necessità di un rapporto più stretto con la Tunisia si è soffermata la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson arrivando al vertice con i ministri degli Interni dei Paesi Ue: “È necessario cooperare con la Tunisia anche se le dichiarazioni delle autorità sono preoccupanti: è un Paese chiave per risolvere il problema della migrazione”. Oggi, come deciso dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è in programma il consiglio dei ministri a Cutro, sulle cui coste si è consumata la strage del caicco in cui sono morte oltre 70 persone.

E’ soprattutto a causa delle condizioni del mare che si sono verificati ieri due naufragi nel giro di poche ore, entrambi al largo dell’isola siciliana più vicina alle coste del Nord Africa. L’ultimo affondamento ha visto cedere una barca di 8 metri, anche questa salpata da Sfax. Nell’intervento di soccorso una motovedetta della Capitaneria di porto (la Cp324) ha salvato 20 migranti, originari di Camerun e Costa d’Avorio, e recuperato senza vita il corpo di una giovane donna. La salma e i superstiti sono stati poi sbarcati alle 2,20 della notte scorsa.

Nel primo caso, invece, si era resa necessaria un’operazione di soccorso per un altro barchino di 7 metri a bordo del quale erano in 38, tra i quali 11 donne e un minore. A salvarli sono stati i mezzi navali della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. L’imbarcazione a bordo della quale stavano attraversando il Mediterraneo è colata a picco. Significativo che in questo caso la dinamica del soccorso sia stata analoga, almeno nel meccanismo di informazione, a quella della tragedia della spiaggia di Steccato di Cutro. Anche in questo caso, infatti, l’avvistamento del barchino era avvenuto grazie a un aereo di Frontex. A quel punto le motovedette italiane sono intervenute e hanno salvato le 38 persone. La ricostruzione è della stessa Guardia Costiera.

Il velivolo dell’agenzia Ue aveva segnalato in particolare che a circa 10 miglia dalle acque territoriali italiane si trovavano alcune piccole imbarcazioni in ferro, sovraccariche di persone ed in pessimo stato di galleggiabilità. L’autorità Search and rescue di La Valletta, avvertita della situazione di pericolo, ha immediatamente richiesto alla Guardia Costiera di Roma (Imrcc, il Centro di coordinamento del soccorso marittimo) la cooperazione ai sensi della Convenzione sar e l’Imrcc ha pertanto inviato in area l’unità più vicina in grado di intervenire che in quel momento era una motovedetta della Guardia di Finanza. Quest’ultima, giunta rapidamente sul posto, ha subito cominciato il recupero degli occupanti; durante queste prime concitate fasi, una di queste imbarcazioni, che dalle immagini dell’aereo mostrava che già imbarcava acqua, è affondata. Nel frattempo sul punto è giunta anche la motovedetta della Guardia Costiera CP 324 (che aveva appena ultimato un soccorso in favore di 45 migranti tra i quali cinque neonati) ed insieme hanno tratto in salvo tutti i migranti caduti in acqua (tra questi anche un minore).
La complessa operazione di soccorso ha visto l’impiego del Rescue Swimmer (figura professionale della Guardia Costiera, specializzata nel salvataggio in acqua in spazi ristretti e con condizioni meteomarine avverse) imbarcato a bordo della motovedetta della Guardia Costiera.

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