Due casi di contagio nella stessa famiglia – con una bambina di 11 anni morta e il padre infettato ma guarito – avevano fatto temere a una possibile trasmissione umana dell’influenza viaria. Si è trattato in realtà di un contagio da contatto con pollame infetto. A confermare la modalità sono le autorità sanitarie della Cambogia che nei giorni scorsi avevano informato l’Oms dei due casi nell’ambito dei piani di sorveglianza. Il portavoce del ministero della Salute cambogiano, Or Vandine, ha ufficialmente dichiarato che i due casi umani di H5N1 nella provincia di Prey Veng, registrati la scorsa settimana, “non erano casi di trasmissione da uomo a uomo”. E che ci sono state solo queste due infezioni umane rilevate nel distretto di Sithor Kandal della provincia.

La conclusione della ricostruzione delle autorità sanitarie è che si è trattato di “trasmissione del virus H5N1 dal pollame e questo evento non è una trasmissione da uomo a uomo”, ha puntualizzato il portavoce, aggiungendo che il ministero della Salute della Cambogia respinge qualsiasi disinformazione al riguardo. Vandine ha detto che 51 campioni prelevati da persone fra le quali ci sono anche 20 contatti stretti dei due contagiati e 31 soggetti che avevano sintomi simil-influenzali, sono risultati negativi al virus. L’11enne stroncata dal virus e suo padre sono i primi due contagiati dal virus H5N1 confermati nel Paese del Sudest asiatico dal 2014, ha riferito il ministero della Salute, aggiungendo che dal 2005 ad oggi ci sono stati complessivamente 58 casi di infezioni umane in Cambogia e 38 persone sono morte. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato domenica scorsa che il rischio per la popolazione generale derivante dal virus H5N1 in Cambogia “rimane basso”, che il virus non infetta facilmente gli esseri umani e la diffusione da persona a persona sembra essere insolita.

Intanto dopo il primo gabbiano risultato positivo al virus dell’influenza aviaria le analisi effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno confermato l’infezione anche in tre gabbiani rinvenuti morti lunedì scorso alle foci del fiume Sarca, in Trentino. “Le analisi effettuate nei laboratori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie hanno isolato il ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, malattia che ha causato la morte anche del primo gabbiano rinvenuto in località Pergolese nel comune di Madruzzo – si legge in una nota dell’azienda sanitaria provinciale -. Permane l’indicazione di adottare comportamenti prudenti per prevenire nel nostro territorio il possibile passaggio di tale malattia agli animali allevati, in particolare evitando, per quanto possibile, il contatto del pollame allevato con l’avifauna selvatica mantenendo il più possibile al chiuso il pollame, installando reti antipassero o coprendo gli spazi aperti. Continua il monitoraggio della malattia attraverso l’analisi dei volatili rinvenuti morti sul territorio. In questi giorni sono stati consegnati all’Istituto zooprofilattico altri gabbiani, un astore, un germano reale, un colombo e una gallina. Sono risultate negative le analisi di un gabbiano rinvenuto ferito a Calceranica, della gallina morta in valle dei Laghi e del Germano reale rinvenuto a Riva del Garda. I risultati delle analisi degli altri volatili sono attese nel corso della prossima settimana”. Inoltre alcune comunità di gabbiani che vivono sulle rive del Lago di Garda, in particolare sul lato bresciano, nei giorni scorsi sono state colpite dal virus

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