Arrivano in ospedale perché non riescono più a respirare. Ma sulle ragioni che da novembre hanno portato al ricovero di decine di studentesse per intossicazione in Iran non ci sono ancora risposte ufficiali. Il sospetto, secondo il vice ministro della Sanità Younes Panahi, è che possa trattarsi di attacchi deliberati per impedire alle ragazze di avere un’istruzione. E oggi ci sono oltre un centinaio di nuovi casi, riportano i media ufficiali, registrati in 16 scuole di Teheran, Ardabil, Kermanshah e Parand. Sul fenomeno è intervenuto anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha incaricato il ministero dell’Interno di occuparsi dei casi di avvelenamento, per “trovare la radice del problema il più rapidamente possibile” per risolvere “le preoccupazioni delle famiglie“. Il presidente iraniano ha sottolineato che il ministero della Salute, il ministero dell’Informazione e altri dipartimenti coopereranno con il ministro dell’Interno.

Nelle scorse ore è stata segnalata un’ondata di nuovi casi, tra cui una serie di intossicazioni di studentesse delle scuole superiori nella capitale Teheran, secondo l’agenzia di stampa Fars. I servizi di emergenza sono stati inviati sul posto, mentre alcuni genitori hanno affermato che la causa dell’avvelenamento fosse uno spray. Il capo della polizia iraniana, Ahmad Reza Radan, ha dichiarato che nessuno è stato ancora arrestato e ha specificato che “la priorità è trovare la causa dell’avvelenamento delle studentesse e fino ad allora – ha aggiunto – non giudicheremo se sia intenzionale o meno”..

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