Il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, ha presentato un emendamento al ddl sulla procedibilità d’ufficio che consentirebbe di scongiurare il colpo di spugna sulle violazioni del reddito di cittadinanza, che si potrebbe determinare con l’abolizione del reddito prevista dal 1 gennaio 2024. La proposta di modifica di costa è stata depositata al provvedimento sulla procedibilità d’ufficio e l’arresto in flagranza, che rivede di fatto la riforma Cartabia, e che è ora all’esame della Commissione Giustizia della Camera. L’ultima legge di bilancio ha abolito la prima parte degli articoli del decreto del 2019 che ne regola l’erogazione, il governo Meloni ha infatti anche cancellato la norma (articolo 7) che dispone le pene per le infrazioni. In questo modo chi froda lo Stato con false dichiarazioni o altri escamotage percependo l’assegno anche se ne avrebbe diritto non può essere punito. Non solo, non può più essere punito neppure chi lo ha fatto in passato poiché le novità legislative a favore di un reo sono sempre retroattive. L’opposizione aveva parlato del rischio di un colpo di spugna per tutti coloro che avevano percepito il reddito senza averne i requisiti. Un rischio non da poco se si pensa che per risolvere la questione era stato ipotizzato un decreto ad hoc da parte del governo.

Ora, il terzo polo potrebbe di fatto risolvere il problema. Se venisse approvato l’emendamento del deputato di Azione, si reintrodurrebbero i reati legati al reddito di cittadinanza evitando così che i cosiddetti furbetti la facciano franca. Il Pd nei giorni scorsi aveva presentato un’interpellanza al ministro della Giustizia, Carlo Nordio per sollevare la questione. Ma dalla maggioranza non erano arrivate ancora risposte. Ora, con l’emendamento Costa si punta a reintrodurre questo articolo 7 nella legge di bilancio del governo Meloni. Se venisse approvato, chi ha violato le norme sul Reddito di cittadinanza non beneficerebbe più di alcuna “sanatoria” ma continuerebbe ad essere responsabile davanti alla legge per i reati commessi. Il termine per la presentazione degli emendamenti al ddl sulla procedibilità d’ufficio e l’arresto in flagranza scadeva oggi alle 13.

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