Inter e Milan non sono più interessate alle sorti dello stadio Meazza e soprattutto dell’area di San Siro. Lo ha annunciato il sindaco del capoluogo lombardo, Beppe Sala, dopo l’incontro a Palazzo Marino con le due società: “Ne viene fuori una cosa molto evidente – ha detto – il vecchio San Siro non lo vuole più nessuno. Quindi sarà un problema in più per il Comune. Sono amareggiato da sindaco, da cittadino, da tifoso ma era una cosa che avevamo ampiamente capito. Ripeto, sarà un problema in più per noi”. I rossoneri starebbero valutando l’area dell’ippodromo La Maura, mentre l’Inter ha fatto sapere di essere interessato a una zona in mano a un privato “fuori dal Comune di Milano“, ma al momento “segreta” per via di un vincolo di riservatezza.

“Quello che ho sempre detto – ha aggiunto Sala – era che il nuovo stadio, se fatto nelle immediate vicinanze di San Siro, non poteva permettere l’esistenza dello stesso Meazza. Se lo facessero a La Maura il discorso cambia, saremmo costretti a trovare una destinazione per San Siro. L’unica possibilità è aprire a operatori che vogliono fare eventi concerti, probabilmente degli interessati ci possono anche essere. La mia speranza iniziale è sempre stata quella di un ripristino di San Siro, ma le squadre ci hanno fatto ampiamente capire che non è una situazione fattibile”. Milano rischia di rimanere con il cerino in mano: un Meazza non più utilizzato per il calcio e quindi troppo onerose per poter ospitare solamente i concerti estivi e magari qualche partita della Nazionale.

Resta da capire però quali siano le reali intenzioni di Milan e Inter: l’idea di lasciare San Siro e un progetto nato ormai 5 anni fa è un’arma di ricatto oppure una volontà concreta? Sullo sfondo c’è l’eterna diatriba su un possibile vincolo storico-relazionale sul Meazza, che ne impedirebbe la demolizione. Su questo punto si è arenato il dossier della Cattedrale (il nuovo impianto), che dopo l’ultima delibera della giunta sembrava poter arrivare a conclusione proprio in questo inizio di 2023. Ora il prossimo passaggio cruciale è a fine marzo, quando verrà presentato il nuovo piano urbanistico della città di Milano: all’interno sarà o meno previsto il “nuovo San Siro”?. È possibile che i due club siano in pressing proprio per evitare il secondo scenario.

Infatti, Alessandro Antonello, amministratore delegato corporate dell’Inter, al termine dell’incontro in Comune ha sottolineato che per i nerazzurri “l’opzione principale rimane lo stadio di San Siro insieme al Milan”. “Nelle prossime settimane saranno fatte le valutazioni del caso, poi ci rivedremo per capire se quella zona sarà oggetto di sviluppo o se si andrà avanti con il progetto originario, quindi insieme a San Siro”, ha aggiunto. A fine marzo, appunto, ci sarà lo show down definitivo. Anche se dalle parole di Sala non trapela ottimismo. “L’Inter è sempre stata coerente, se il Milan va a La Maura, abbiamo un piano B in un’altra area e non a San Siro. L’area è già stata individuata, ma non possiamo rivelarla. E’ fuori dalla città di Milano”, ha spiegato Antonello. “Quello che ci lascia sorpresi è che stavamo procedendo insieme in questo progetto, ma quando c’è un cambio di proprietà ci possono essere visioni diverse. Noi abbiamo ben chiaro quello che dobbiamo fare”, ha concluso. Insomma, per l’Inter la colpa del cambio di rotta è da attribuire ai rossoneri.

E a proposito dell’opzione La Maura per il Milan, il sindaco Sala ha detto che si tratta “di un’ipotesi delicata perché sta nell’ambito del Parco Sud però, siccome il Milan mi ha anche detto che l’intenzione sarebbe quella di fare lo stadio e probabilmente anche di portarci il Vismara, cioè la parte dedicata a giovani e donne, magari è una soluzione che può funzionare e potrebbe anche piacere”. “Il processo per l’autorizzazione dell’ipotesi base – ha spiegato Sala – cioè il nuovo stadio vicino all’attuale Meazza, va avanti ma ho chiesto alle squadre, in due o tre settimane di rispondere alla nostra richiesta di rivedere il piano economico finanziario oppure dirci che invece abbandonano questa ipotesi. Quindi per 2-3 settimane saremo fermi in attesa che il Milan sciolga questo dubbio”. Lì si capirà meglio se San Siro potrà avere ancora un futuro.

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