Il calcio è strategia, tattica, visione: sì, pure quello “pane e salame” delle domeniche bestiali. Magari la strategia non sarà tarata su Sun Tzu, ma su “L’arbitro, il calciatore e il tifoso” con Pippo Franco, e la visione sarà quella post panino con parmigiana di melanzane, ma va bene lo stesso. Va bene per riflettere su come le partite dilettantistiche e non solo abbiano punti in comune con lo scacchiere internazionale, dai casus belli più disparati che innescano reazioni, ai nemici in casa, dalle zavorre ai… palloni sonda.

Il rumore dei nemici – Dove il rumore è inteso proprio come rumore. Niente di metaforico insomma. E non si tratta di cornamuse o tamburi di guerra, ma di una musica proveniente da una cassa bluetooth, presumibilmente brutta a tal punto da innescare un conflitto. È accaduto a Nichelino (Torino) con la squadra di casa multata di cento euro per “la condotta antisportiva tenuta dai propri tesserati negli spogliatoi al termine della partita. Nello specifico gli stessi, esultando per la vittoria, tenevano una cassa bluetooth a volume eccessivamente elevato. Inoltre un calciatore non identificato, dopo l’invito dell’arbitro ad abbassare il volume, rivolgeva nei suoi confronti frase irriguardosa e pronunciava una bestemmia”.

Il cane di Troia – Sì, il nemico in casa. Il concetto è quello. Ed è chiaro che dai tempi dell’Iliade ci siano diverse differenze, a partire dagli spazi: in un appartamento, un cavallo di legno di certo non puoi piazzarlo. Per la verità neanche un cavallo di dimensioni normali. Meglio un golden retriever… o molto peggio. Già, perché il danno per un tifoso inglese del Newcastle è paragonabile alla distruzione di Troia: il simpatico cagnolino si è mangiato i biglietti per la finale di Coppa di Lega tra Newcastle e Manchester United. Ora è in vendita per cinque sterline. Il cane.

I palloni sonda – Mica ce li ha solo Biden i grattacapi con palloni sonda e altri oggetti non identificati. Esistono pure in Promozione: peraltro, senza l’aeronautica militare, abbatterli tocca ad attaccanti e stopper, con un coefficiente di efficacia maggiore, per giunta. Il problema poi è spiegarlo agli arbitri, come accade a Solignano, in Emilia Romagna, con la società locale multata di quattrocento euro perché “propri sostenitori introducevano e facevano esplodere dei petardi all’interno della tribuna senza tuttavia lanciare sul terreno di gioco. Inoltre i medesimi sostenitori rivolgevano espressioni offensive alla terna arbitrale e al termine della gara lanciavano all’interno del terreno di gioco un oggetto sferico non meglio identificato senza tuttavia arrecare danni fisici a nessuno. L’oggetto veniva rimosso da un tesserato che si trovava nei pressi”.

Fermare il nemico a tutti i costi – È l’input che ha avuto Luke O’Neil, difensore del Sunderland, quando ha visto il rivale Luke Scott del Bristol involarsi verso la sua porta senza grosse possibilità di fermarlo con le buone. E allora all’82esimo O’Neil ha pensato bene di immolarsi saltando in groppa all’avversario e avvinghiarsi come un koala per fermarlo, con tanto di risate tra i due per il placcaggio poco consono. Il problema è che il gesto è stato inutile: la gara era sull’1 a 1, ma il Bristol dieci minuti dopo ha segnato lo stesso.

Aggiornamento settimanale sulle attività del Dibu Martinez – Brutta giornata per il nostro eroe, che ha preso quattro gol dall’Arsenal nell’incredibile partita che ha visto il suo Aston Villa subire due reti nel recupero. Nel caso del quarto gol Martinelli si è involato solo e depositato il pallone nella porta vuota perché il Dibu era andato a saltare. Emery non ha gradito, e ha bollato Martinez come poco intelligente. Si presume che ora il Dibu farà creare un pupazzetto con le fattezze dell’allenatore… aggiungendo una lettera al suo cognome.

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