Le urne? In parrocchia. Il motivo? Urla, spintoni, luce staccata e il segretario provinciale del Pd di Napoli bloccato in una stanza. A Gragnano è stato un pomeriggio di caos, quello del 10 febbraio, durante le primarie del Partito Democratico. Con il numero uno uscente dei dem napoletani, il deputato Marco Sarracino, che si è ritrovato “quasi sequestrato”. Le tensioni, spiega Lorenzo Fattori, esponente di Articolo 1 a Napoli e tra i garanti per le primarie, sarebbero scaturite perché “un’ampia parte degli iscritti aveva contestato la certificazione dei nuovi tesserati” e il loro diritto a votare, “ma la commissione provinciale per il congresso Pd aveva detto che andava bene”.

Da qui il caos e lo spostamento in parrocchia, di cui ha dato notizia l’edizione napoletana di Repubblica. “Una parte dei dem di Gragnano – dice Fattori – aveva messo a disposizione l’ufficio di un iscritto come sede della votazione, ma dopo il litigio hanno deciso di ritirare la disponibilità a votare in quel luogo. A quel punto ho sentito il presidente della commissione Luigi Cimmino che ha dato il suo ok a usare un’altra sede”.

Secondo quanto riferito da un testimone a Repubblica, nelle fasi più concitate del ‘confronto’, “alcuni si sono messi davanti alla porta. Volevano chiudere la stanza con Sarracino dentro”. Poi “viene staccata la corrente elettrica. Si spegne la stufa vicino a Sarracino”. Fattori conferma che “ci sono stati toni anche accesi tra diverse parti del Pd. Non ho visto tutto perché ero uscito per telefonare per il cambio di sede, ma in effetti ci sono stati momenti di tensione folcloristica, come quando hanno staccato la spina della stufa”.

Per l’esponente di Articolo 1 “sono momenti di polemica che nei partiti capitano”. Il confronto “duro c’è sempre stato” e “io stesso, quando abbiamo trovato la nuova sede per il voto, non sono stato fatto rientrare nello studio per comunicarlo: ho dovuto avvisare con messaggi e passaparola. È stato un momento complicato”, ammette. La nuova sede è stata individuata nel chiostro di Sant’Agostino, una decisione criticata dalla deputata Annarita Patriarca di Forza Italia che parla di una scelta “assolutamente inaccettabile” perché si tratta di “una proprietà comunale data in uso alla chiesa locale diventata, senza autorizzazione alcuna, teatro di un evento di partito”. E come se non bastasse “pare che il sacerdote non sia stato informato della reale natura della manifestazione, e questo è ancora più grave perché è stata carpita la buona fede del parroco”.

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