“È un diritto del Comune chiudere l’asilo, è un dovere dell’Amministrazione rispondere del proprio operato ai cittadini. Si tratta di un servizio pubblico”. Sara Arbib, avvocata e madre di uno dei bambini che frequentano l’asilo di via della Spiga, commenta a ilFattoQuotidiano.it la scelta del Comune sulla scuola nel centro di Milano. L’ultima campanella suonerà a giugno, da settembre le famiglie dovranno mandare i figli in un asilo tra quelli di Porta Venezia, di via Palermo e di Porta Nuova. Una scelta obbligata, fa sapere Palazzo Marino: troppi pochi alunni e un trend delle iscrizioni in calo da dieci anni. La struttura è frequentata da 32 bambini su 50 che potrebbe ospitare. Una scuola storica – “La scelta di chiudere l’asilo è legittima, ma le modalità non mi sembrano esserlo”, spiega Arbib. La mail che comunica la chiusura è arrivata alle famiglie il 12 dicembre, con la richiesta di decidere in soli otto giorni dove spostare i bambini. Per Arbib, “il preavviso è stato inesistente”.

“La scuola di via della Spiga è una scuola storica: è una bellissima realtà di integrazione”, precisa l’avvocata. L’asilo non è frequentato solo da bambini di famiglie che abitano nel Municipio 1: molte persone che abitano in altre zone e lavorano in via della Spiga hanno scelto questa struttura. “Si tratta di un esempio di multiculturalità, con la metà dei piccoli che sono stranieri, aspetto non secondario per un servizio pubblico”. Palazzo Marino, però, precisa che dall’anno scolastico 2012-2013 “la scuola si è svuotata naturalmente”, passando da 70 iscritti a poco più di 30. Così, però, “viene depauperato ulteriormente il centro storico di Milano”, ragiona Arbib. Il Comune, prosegue l’avvocata, ha incentivato le famiglie che non risiedono nel Municipio 1 a frequentare una struttura nella propria zona. “Mi chiedo, allora, perché sia prevista la possibilità di libera scelta”, commenta.

La destinazione della struttura – Cosa sarà del plesso che ospita l’asilo? Il Comune spiega che “al momento non ci sono progetti e niente verrà deciso prima di settembre”. Per la sua posizione nel cuore del Quadrilatero lo stabile, ragionano le madri di via della Spiga, può essere molto attrattivo per i grandi marchi di moda. Nel frattempo, spunta una possibilità: “Pare che sull’immobile ci sia un vincolo di finalità educativa”, riporta l’avvocata. Secondo questa ricostruzione, l’edificio sarebbe stato donato con vincolo di destinazione molti anni fa al Comune. “Stiamo cercando di recuperare l’atto notarile, ma nessuno ha per ora visto le carte”, precisa. Palazzo Marino fa sapere che verificherà, mentre il consigliere del Municipio 1 Pietro Del Bono ha inoltrato una richiesta di accesso agli atti ed è in attesa di risposta. Arbib fa anche notare come in passato ci sia stata una proposta di donazione di 150.000 euro, da destinare all’arredo del giardino dell’asilo, da parte del marchio di orologi di lusso Richard Mille. “Una donazione di tale importo poteva consentire alla struttura di rimanere in forze, senza pesare sulle risorse del Comune”, spiega Arbib. Palazzo Marino, però, precisa che “la proposta non è mai stata formalizzata e che comunque non era rilevante sulla decisione di chiusura della scuola”.

Il nodo delle educatrici – “La nostra battaglia per evitare la chiusura continua”, dice l’avvocata. “Ora insistiamo perché i bambini abbiano due delle loro educatrici nella nuova scuola”. Arbib spiega che nel corso di un incontro con la vicensindaca Anna Scavuzzo – datato 19 dicembre – aveva ricevuto la rassicurazione orale sulla possibilità che una maestra avrebbe seguito i bambini nel nuovo asilo, con l’impegno di fare il possibile affinché anche una seconda potesse fare lo stesso. Ora, denunciano le madri di via della Spiga, anche la presenza di una sola educatrice è in discussione. Palazzo Marino fa sapere che “esiste un contratto nazionale e nel rispetto di questo si stanno valutando le richieste”, assicurando comunque che “la transizione dall’asilo di via della Spiga alle future sezioni è stata molto seguita”. Le madri di via della Spiga, però, sono del parere opposto: “Quantomeno il Comune avrebbe potuto coinvolgerci di più”.

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

Università, ministro Schillaci: “Verso ampliamento degli accessi alla facoltà di Medicina”

next
Articolo Successivo

Centri estivi a rischio a Milano per i bambini sopra i 6 anni, “mancano 52 milioni da Stato e Regione”

next