“Siamo all’assurdo: signor ministro, mi appello alla sua onestà intellettuale e alla sua intelligenza chiedendole di non offendere la nostra”. Così la presidente del gruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, rivolgendosi al ministro Carlo Nordio dopo l’intervento del Guardasigilli sul caso dell’informativa riservata del Nic (il Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria) riguardante i colloqui in carcere tra Cospito e alcuni detenuti mafiosi al 41-bis, passata dal sottosegretario alla Giustizia di FdI, Andrea Delmastro, al suo coinquilino Giovanni Donzelli, citata in Aula dallo stesso Donzelli il 31 gennaio.

Citando le leggi sulla riservatezza degli atti, Serracchiani rimarca il fatto che anche gli atti riguardanti quelle conversazioni di Cospito, rese pubbliche da Delmastro e Donzelli, “sono riservati e non divulgabili” e porta come esempio la richiesta di accesso agli atti fatta da Bonelli, Lai e Grimaldi, alla quale il ministero della Giustizia ha risposto negativamente, classificando come “non accessibili” quegli atti (fatta eccezione per tre pagine su 54). “Le pare normale signor ministro – domanda ancora Serracchiani, facendo l’esempio di planimetrie di case non accessibili – che se non sono accessibili questi atti mi sarebbero accessibili i dialoghi tra detenuti al 41 bis? Di fronte a tutto questo il magistrato non avrebbe dubbi”.

Per giustificare il tutto, prosegue l’esponente dem, “oggi se ne viene fuori con l’arzigogolo giuridico: gli atti sono riservati, non ci si può accedere, né si possono divulgare, ma se le richiede un parlamentare allora l’istanza si può qualificare come ascrivibile all’attività di sindacato ispettivo”. Una giustificazione, che, secondo la parlamentare, che chiede quindi di “non offendere” l’intelligenza dei deputati, non regge: “Il sindacato ispettivo sono esclusivamente interpellanze, interrogazioni in via orale o in forma scritta. E non sono attività di sindacato ispettivo l’accesso agli atti (la tesi sostenuta da Donzelli e difesa da Nordio ndr.)”. Inoltre, spiega infine Serracchiani, “siamo all’assurdo”: “Nessuna richiesta di accesso agli atti è stata fatta dall’onorevole Donzelli, e poi prima del 31 gennaio (data delle parole di Donzelli in Aula ndr) nessun atto di sindacato ispettivo è mai stato presentato da parte di Donzelli e di FdI”. La conclusione, per Serracchiani, è una: “In un Paese normale basterebbe questo per chiedere scusa e lasciare l’incarico di vicepresidente del Copasir”.

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