Alfredo Cospito è un anarchico italiano di 55 anni già condannato in via definitiva per aver gambizzato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare e in attesa della definizione del giudizio – si sta svolgendo l’appello-bis per rideterminare la pena – per l’attentato alla Scuola allievi dei carabinieri di Fossano per la quale è accusato del reato di strage politica, uno dei più gravi previsti dal codice penale. Nel frattempo, a maggio dello scorso anno, il ministero della Giustizia ha deciso l’applicazione del regime di 41-bis, il cosiddetto carcere duro, perché a loro avviso dal penintenziario inviava messaggi ai “compagni anarchici” attraverso riviste di settore. Cospito ha iniziato lo sciopero della fame a ottobre per contestare l’applicazione del carcere duro.

L’iter giudiziario – Dieci anni fa l’anarchico è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione per aver gambizzato Roberto Adinolfi, dirigente dell’Ansaldo Nucleare. Negli anni successivi è stato accusato di aver piazzato due pacchi bomba a Fossano, nel Cuneese, davanti alla Scuola allievi dei carabinieri: non ci furono né morti né feriti. Per questa vicenda Cospito è stato condannato in appello a 20 anni di carcere, mentre la compagna Anna Beniamino a 16, per strage comune. Lo scorso maggio la Corte di Cassazione, su richiesta del procuratore generale, ha chiesto però di riformulare la condanna ritenendo che il reato fosse di strage politica, applicando quindi l’articolo 285 del codice penale, che prevede l’ergastolo e rientra – a differenza della strage comune – tra i reati “ostativi”, quelli per i quali insomma il condannato non possa ottenere benefici o pene alternative. Tornati in secondo grado, l’accusa ha quindi chiesto l’ergastolo per Cospito e 27 anni e 1 mese per Beniamino. La Corte d’appello di Torino, a cui spetta riformulare la pena, a dicembre ha chiesto l’intervento della Corte costituzionale per chiarire se sia possibile applicare l’attenuante della “tenuità del fatto” per l’attentato alla Scuola allievi, come richiesto dalla difesa.

La vicenda del carcere duro – Nel frattempo, lo scorso anno è stata decisa dal ministero della Giustizia l’applicazione del regime di 41-bis perché nel corso della detenzione Cospito ha inviato, come spiegato dall’allora ministra Marta Cartabia, “numerosi messaggi” ai “compagni anarchici” che sono stati “invitati esplicitamente a continuare la lotta contro il dominio, particolarmente con mezzi violenti ritenuti più efficaci”. Dal 4 maggio scorso Cospito è quindi sottoposto al 41-bis e dal 20 ottobre scorso ha iniziato uno sciopero della fame, a causa del quale fino a oggi ha perso 40 chili di peso. L’applicazione del carcere duro è stata disposta per quattro anni ed è fissata per il 7 marzo, anticipandola rispetto al 20 aprile, un’udienza davanti alla Cassazione per il ricorso contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che ha respinto un reclamo contro il regime di 41-bis.

Le condizioni di salute dell’anarchico – Nel frattempo le condizioni dell’anarchico sono “in lento peggioramento”, ha spiegato il suo difensore Flavio Rossi Albertini. Negli scorsi giorni è scivolato nella doccia, forse a causa di un mancamento, è si è rotto il setto nasale. Il Garante nazionale delle persone private della libertà Mauro Palma che sottolinea come la struttura dove Cospito è recluso, il carcere Bancali a Sassari, non è assolutamente adatta ad occuparsi di lui e che occorre trasferirlo subito. Il suo trasferimento – afferma Palma – “non è più procrastinabile”. Il Bancali, rileva l’ufficio del Garante, “non è dotato di un centro clinico interno e nel territorio limitrofo non vi sono strutture sanitarie in grado di assicurare eventuali interventi urgenti con la dovuta sicurezza”.

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