Negli ultimi due anni Dacia ha completamente cambiato pelle. Era il 14 gennaio 2021 quando Luca de Meo presentò la Renaulution individuando nel passaggio dal volume al valore il nuovo mantra del Gruppo. “E’ stato un momento di svolta perché Dacia è stato identificato come uno dei marchi del Gruppo Renault, non un brand di riserva ma con una sua identità”. Così racconta Guido Tocci, Managing Director di Dacia Italia. Da allora il marchio franco-rumeno non solo ha realizzato volumi sorprendenti di vendite ma ha anche aumentato il valore del prodotto.

“Dacia rimane e rimarrà sempre Dacia e questo è fondamentale. Dobbiamo porre sempre la massima attenzione a ciò che è essenziale per il cliente. Questo è il nostro ruolo all’interno di Renault”. Essenziale è la parola chiave. Si tratta di un concetto dinamico e non statico, che segue le esigenze dei clienti. L’importante è non aggiungere nulla di superfluo perché questo significherebbe anche avere prezzi più alti.

Dacia senza Renault non sarebbe nulla: prima produceva 50.000 auto nel mercato locale di origine, oggi ne vende circa 700.000 in tutta Europa e anche in alcuni Paesi dell’Africa. Del resto anche per Renault è cruciale, è la sua “cash machine”, come l’ha definita Tocci, un elemento importante nella catena di redditività della Casa francese. E in numeri parlano chiaro. In un mercato auto italiano che ha chiuso in calo del 10%, il 2022 per Dacia si è chiuso con una crescita del 9%, con una quota record del 5,1% (dal 4,2% del 2021). Guadagna tre posizioni e si attesta al 6° posto. Se poi si analizzano i dati relativi al mercato auto a privati, che è calato del 16%, qui Dacia cresce del 12%, scala una posizione e conquista il podio come terzo brand straniero più venduto a privati, con una market share record dell’8,3%.

Sandero è la vettura straniera più venduta in assoluto nel mercato auto e si conferma un pilastro della Renaulution. Duster è nella top 5 delle auto più vendute a privati ed è la terza vettura straniera più venduta del segmento. Spring è al primo posto nel mercato privati delle elettriche e Jogger, ultima arrivata nella famiglia da un anno, registra oltre 8.000 ordini e più di 6.000 immatricolazioni.

Numeri davvero importanti che Tocci ha presentato nel concessionario eco-smart Renault e Dacia Pagliani di Castellanza – Varese, il primo ad avere completato il passaggio alla nuova identità visuale sia all’esterno che all’interno. Logo minimalista, colore lichen kaki a contrasto sul bianco e interni con arredi realizzati con materiali per la maggior parte riciclati e sostenibili. Entro la fine del 2024 il 100% della rete Dacia – 86 concessionari sparsi lungo lo stivale – sarà completata con la nuova visual identity. Tutto sarà pronto per accogliere l’ospite più atteso, Bigster, il suv che sancirà l’ingresso nel segmento C.

Due le tappe intermedie prima di arrivare a quel momento. Nel corso di quest’anno arriverà Jogger Hybrid da 140 cv, il primo modello che proietta il brand nel mondo dell’elettrificazione. Accanto a lui ci sarà anche la Spring Extreme da 65 cv. L’anno prossimo sarà invece la volta del nuovo Duster. E naturalmente continuerà l’impegno nella motorizzazione benzina gpl: l’ibrido secondo Dacia. Un segmento in è leader indiscussa da diversi anni e, nel 2022, la quota di mercato si è assestata al 36,3%. Questa è la conferma che in Casa Dacia si guarda all’essenziale e al concreto e non c’è spazio, almeno per il momento per un futuro in cui l’elettrificazione la faccia da padrona. Tocci infatti fa sapere che, almeno fino alla fine del 2034, produrranno sicuramente motori termici.

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