Il nuovo decreto sull’invio di armi all’Ucraina arriverà presto. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ipotizza che possa “nascere” la “prossima settimana”. Dopo un attesa di circa un mese sembrano quindi essere maturi i tempi per il nuovo pacchetto per gli aiuti militari a Kiev. L’Italia quindi accelera dopo il via libera di Stati Uniti e Germania alla fornitura di carro armati Abrams e Leopard, chiesti dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky perché ritenuti in grado di ribaltare le sorti della guerra sul campo.

“La terza guerra mondiale – ha detto Crosetto – inizierebbe nel momento in cui carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini d’Europa. Fare in modo che non arrivino è l’unico modo per fermare la terza guerra mondiale”. Il ministro, come poi precisato in seguito, voleva intendere che questo porterebbe i russi ai confini con la Nato: quindi qualsiasi incidente o evento casuale potrebbe dare luogo a una escalation che non sarebbe più soltanto la guerra in Ucraina.

Crosetto si è a lungo soffermato anche sull’industria bellica, settore che ben conosce avendo lavorato nel campo fino a poco prima della nomina a ministro: “Il fatto che l’Ue e la Nato saranno legate sempre di più è una necessità pratica dettata dalla velocità dei tempi, con un cambio di mentalità anche nell’industria: quest’ultima era abituata ad agire dopo che aveva portato a casa un ordine”.

Adesso, invece, sostiene il ministro della Difesa, se “porti a casa l’ordine è perché c’è qualcuno che ha bisogno delle cose che devi produrre domani mattina”. È questa la “resistenza più grande che incontriamo in questo momento”, non è quella militare o politica, “perché nel campo della Difesa abbiamo costruito un sistema industriale di comodità che non esiste in altri settori: parlo della parte aziendale pubblica, non di quella privata”.

E chiede un “salto culturale” che “dobbiamo fare nei prossimi mesi o lo fanno tutti assieme o serve a poco”, ha sottolineato. “Devono farlo le forze armate, gli Stati, la Nato, l’Ue, la parte industriale oppure siamo destinati a perdere – ha concluso il ministro – Non significa perdere il nostro Paese, significa perdere pezzi del mondo in cui finora ci siamo mossi liberamente”.

Crosetto in giornata ha incontrato e il suo omologo francese: sul tavolo una serie di argomenti, compresa la fornitura dell’avanzato sistema di difesa aerea Samp-T, di produzione italo-francese, ormai aspetta solo i tempi tecnici di definizione. Il ministro d’Oltralpe ha spiegato: “Puntiamo a studiare l’accrescimento delle capacità di produzione comuni per quanto riguarda la difesa terra-aria”, che finora è rappresentata proprio dal Samp-T, per il quale gli unici intoppi erano rappresentati dalla difficoltà di reperire i materiali per alcuni moduli da produrre.

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