L’unica cosa che invierà l’Italia all’Ucraina sono “armi per difendersi” e nessun drone “fuori sacco”. Parla così il ministro della Difesa Guido Crosetto all’indomani del via libera al sesto decreto per gli aiuti militari a Kiev e chiarisce che “gli attacchi missilistici all’Ucraina non sono alle truppe ucraine, sono attacchi missilistici che vanno soprattutto su obiettivi civili, su ospedali, su centrali elettriche, su centrali termiche, perché cercano di piegare psicologicamente la popolazione ucraina più che le forze armate. Noi – ha continuato a L’Aria che tira, su La7 – ci siamo resi disponibili a dare delle armi che non attaccassero i russi ma difendessero dagli attacchi missilistici. Quindi daremo un sistema di difesa che consenta agli ucraini di abbattere i missili prima che arrivino al suolo. Che mi pare sia una cosa difficilmente criticabile. Io non riesco a criticare un aiuto dato a una popolazione per difendersi da un missile che cade su una scuola, un condominio o una centrale elettrica”. Quanto ai “droni fuori sacco”, ha precisato, se fosse una notizia vera “sarebbe un reato perché il ministero della Difesa e lo Stato non ne sono a conoscenza e quindi se fosse vera qualcuno dovrebbe finire in galera. Mi auguro che qualcuno chieda al Corriere della Sera come l’ha avuta”.

Intanto resta sul tavolo dell’Europa la proposta italiana (ma non solo) di escludere gli investimenti sulla Difesa dal Patto di stabilità Ue, anche perché “serve rifornire le scorte nazionali dopo gli invii di armi a Kiev” mentre Crosetto propone un nuovo ‘sistema Difesa’ alla luce della guerra in Ucraina, per “un’architettura politico-militare più dinamica, adattiva, snella”. Il ministro ha lanciato le linee programmatiche del suo dicastero rimodulate in base ai nuovi scenari geopolitici, presentando al Copasir i contenuti del decreto sul sesto pacchetto di aiuti. E nelle scorse ore è stato lo stesso presidente americano Joe Biden a ringraziare, tra gli Alleati, anche l’Italia, che – dice – “sta inviando artiglieria”. Il provvedimento, il primo adottato dal Governo Meloni e che aspetta il passaggio in Parlamento nei prossimi giorni, dovrebbe essere secretato ma da più fonti ormai emerge che l’Italia stia finalizzando in queste ore con la Francia l’invio di alcuni componenti dell’avanzato sistema missilistico di difesa Samp-T, artiglieria contraerea appunto. Mentre l’intesa con Parigi si concretizzerebbe a breve, c’è già una ufficialità: tra i rifornimenti di pezzi di questo lanciatore, ci sono quelli da mandare in Slovacchia, al confine Nato con i territori di guerra e al solo scopo di deterrenza, dove verrà sostituita la stessa arma americana. Le forniture però rischiano di lasciare troppo spazio vuoto nei magazzini militari italiani e serviranno nuovi finanziamenti per tornare a riempirli. Per questo Crosetto rilancia l’obiettivo di raggiungere, per le spese militari italiane, il 2% rispetto al Pil nel giro di pochi anni seguendo quanto chiede la Nato, ma anche di poter uscire dai paletti del Patto di stabilità europeo: “in un momento come questo nessun Paese è in grado di tagliare gli investimenti sulla Difesa. Anche perché l’aiuto che abbiamo dato in questi mesi all’Ucraina ci impone di ripristinare le scorte che servono per la Difesa nazionale, per cui le due cose sono collegate”, spiega aggiungendo che “anche il ministro Giorgetti ha condiviso questa cosa”.

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