Le celebrazioni per l’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz devono fare i conti con la storia. Non solo quella passata, che ha trasformato il lager nazista nel simbolo della furia sterminatrice del regime di Adolf Hitler, ma anche con quella contemporanea. Perché il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina avrà importanti conseguenze anche sulle commemorazioni del Giorno della Memoria: il sito museale ha infatti comunicato che i rappresentanti di Mosca non sono stati invitati alle commemorazioni del 78esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento.

Niente di particolarmente strano, visto il clima attuale, se non fosse per il fatto che fu proprio l’Armata Rossa a entrare per prima, con i suoi uomini, all’interno del campo di sterminio nazista, trovandosi davanti gli orrori della Shoah e salvando di fatto la vita alle persone internate e sopravvissute alle violenze, alle privazioni e alla “soluzione finale” ordinata dal leader nazista. Questo riconoscimento storico, però, non è bastato a impedire agli organizzatori polacchi, Paese tra i più attivi nel chiedere il pugno di ferro del blocco Nato-Ue nei confronti della Federazione, di escludere la delegazione di Mosca dall’evento: “Data l’aggressione contro l’Ucraina libera e indipendente, i rappresentanti della Federazione Russa non sono stati invitati a partecipare alla commemorazione di quest’anno dell’anniversario della liberazione di Auschwitz”, ha annunciato all’Afp Piotr Sawicki, portavoce del museo. La memoria degli orrori commessi nei campi di Auschwitz e Birkenau sarebbe potuta essere l’occasione per un nuovo piccolo riavvicinamento tra le parti, favorito dal ricordo delle sofferenze causate da tutte le guerre. Un’occasione per la quale, però, si dovrà aspettare almeno un altro anno.

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