In Trentino, terra che si professa all’avanguardia, è ancora consentito tenere i cani alla catena.

Quante segnalazioni arrivano, di presunti maltrattamenti, da parte di turisti che notano cani in proprietà private legati alla catena!

E noi, volontari che raccogliamo le segnalazioni per verificare se ci sono le condizioni per intervenire ed avvisare le autorità, dobbiamo specificare che tenere cani alla catena, nei serragli, negli scantinati, nel ricco e avanzato Trentino è ancora consentito.

Ma nel novembre scorso il gruppo consiliare di FdI propone un disegno di legge, o meglio, una variazione della legge già esistente sul maltrattamento animale nella provincia trentina. La variazione è molto semplice e prevede la proibizione di tenere cani alla catena. Tutti entusiasti, ovviamente, una barbarie che si avvia alla fine, finalmente.

Ma da un’analisi approfondita, conoscendo bene il territorio, qualche seria criticità viene a galla.

Punto primo: la legge, approvata a dicembre, entrerà in vigore solo da luglio 2023; la prima domanda arriva conseguente: perché procrastinare l’entrata in vigore di tale legge “migliorativa” del benessere animale?

Poi si scopre che questa è una mediazione, per permettere a tutti di digerire tale variazione di abitudine, vuoi mai che nelle valli contadini, allevatori e pastori vari si arrabbino perché viene loro imposto di non tenere più il cane alla catena.

Ma esiste un’altra criticità, se si analizza bene la questione. Il cane sparirà dalla catena, solitamente nel giardino, quindi in vista; quella vista che tanto fa, giustamente, inorridire tutti i passanti. Ma sapete dove finirà quel povero cane? In uno scantinato o in un serraglio, perché le abitudini di chi lo ha tenuto fino ad ora alla catena sicuramente non cambieranno.

E altra domanda: chi verificherà più lo stato di benessere di quel cane, che sparirà dalla vista di tutti?

La variazione di legge nasce monca in origine; pare fatta solo per dare un contentino ad alcune associazioni animaliste-ambientaliste, che certamente si sono mosse con nobili intenti, ma non hanno avuto la forza e il coraggio di spingere la politica a produrre una legge completa, che davvero si curasse del benessere animale. Arriveranno meno segnalazioni, sicuramente, perché le sanzioni saranno cospicue, ma credete che i poveri cani che prima erano alla catena godranno di miglior trattamento? Io ne dubito fortemente; penso che finiranno, molti di loro, in serragli nascosti o in scantinati, via da occhi indiscreti. Perché, purtroppo, è già quello che sta succedendo e che rileviamo in qualche caso, come volontari. Chi controllerà queste situazioni?

Insomma, per l’ennesima volta, è stata fatta una legge per apparire e non per risolvere davvero in meglio alcune situazioni che, nelle valli del Trentino, spesso sono state segnalate.