Dopo aver “bonificato” le forze armate licenziando 16 militari dal Gabinetto per la sicurezza, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha sollevato dall’incarico il comandante dell’esercito, il generale Júlio César de Arruda, in carica da appena 15 giorni. La decisione, come scrive Globo News, è stata annunciata all’indomani di un incontro tra Lula e i capi delle forze armate a Brasilia, dopo l’attacco sovranista ai palazzi della democrazia dell’8 gennaio. Arruda sarà sostituito dal comandante militare del sud-est, il generale Tomás Miguel Ribeiro Paiva, che mercoledì scorso ha tenuto un discorso alle sue truppe chiedendo rispetto per i risultati elettorali, affermando: “È il governo del popolo. Alternanza di potere. È il voto, e quando votiamo, dobbiamo rispettare il risultato delle urne. Questa è la convinzione che dobbiamo avere, anche se non ci piace”. Arruda aveva assunto il comando dell’esercito ad interim il 30 gennaio, ed era stato confermato dal ministro della Difesa, José Múcio Monteiro, il 6 gennaio. Il governo Lula non ha ancora spiegato il motivo della decisione.

Solo 24 ore prima proprio Monteiro aveva affermato che Lula aveva “fiducia” nei militari. Una dichiarazione resa ai giornalisti al termine dell’incontro a porte chiuse tra il capo dello Stato e i comandanti delle forze armate a 12 giorni dopo l’assalto ai palazzi del potere di Brasilia. “Il presidente ha detto di avere fiducia nel loro lavoro” aveva dichiarato Monteiro, secondo il quale nell’incontro non si era parlato de fatti dell’8 gennaio. Il ministro aveva precisato che all’ordine del giorno c’era il tema degli “investimenti” nell’area militare. Monteiro si era detto convinto che non fosse stata alcuna partecipazione delle forze armate agli atti di vandalismo, ma che quanto accaduto verrà “indagato a fondo” e se ci fosse qualche militare coinvolto “verrà processato come qualsiasi altro cittadino“.

Intanto la a polizia federale brasiliana ha arrestato venerdì quattro attivisti di estrema destra per la loro presunta partecipazione all’assalto. Tra gli arrestati ci sono simpatizzanti dell’ex presidente Jair Bolsonaro: Renan Silva Sena (che è stato funzionario del ministero delle Donne comandato dalla ‘pastora’ evangelica Damares Alves) e Ramiro Alves da Rocha, detto Ramiro il Camionista. La Corte suprema (Stf) ha ordinato l’arresto di otto persone e la perquisizione di 16 abitazioni e uffici negli Stati di San Paolo, Rio de Janeiro, Brasilia, Minas Gerais, Mato Grosso do Sul e Goias. L’operazione ‘Lesa Patria’, iniziata all’alba di venerd’, è legata a un’indagine della Stf su autori materiali, intellettuali e finanziatori dell’invasione e depredazione delle sedi di governo, parlamento e corte suprema dell’8 gennaio.

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