Il Comitato “No Ovovia”, che si oppone all’impianto voluto dal Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza (centro-destra), decide di passare alle vie legali e, per sostenere i costi dei ricorsi in tribunale, chiede l’aiuto della cittadinanza lanciando una campagna di raccolta fondi: 10mila euro la cifra richiesta, obiettivo raggiunto in un solo giorno. L’annuncio è stato dato martedì 10 gennaio in conferenza stampa: “Il tempo è poco, mai come adesso abbiamo bisogno di risorse per avviare i ricorsi giudiziari contro un’opera che rappresenta un danno irrimediabile per il territorio (con 1142 alberi abbattuti) oltre che un’enorme spreco di risorse pubbliche, con il costo dell’opera che è lievitato a quasi 62 milioni di euro”, ha dichiarato il presidente del comitato William Starc. “Abbiamo ricostruito gli eventi principali sulla cronistoria della cabinovia in un documento che metteremo a disposizione della cittadinanza – ha continuato Starc –. Con i fondi raccolti intendiamo sostenere le legittime opposizioni dei residenti alla variante 12 del Piano regolatore e predisporre un ricorso al Tar in merito al piano di fattibilità tecnica ed economica”. A cui si aggiungono un esposto alla Corte dei conti, a cui si chiederà di accertare la sussistenza di un possibile danno erariale, e uno all’Autorità nazionale anticorruzione, a cui verrà chiesto di vigilare sul rispetto degli obblighi di trasparenza.

L’obiettivo del comitato era raccogliere 10mila euro in venti giorni, ma ne è bastato solo uno: “Siamo molto contenti della risposta data dalla città – dichiara Starc al fattoquotidiano.it –. Il successo ci ricorda la raccolta firme lanciata per chiedere il referendum consultivo sull’opera, in cui in un’ora e mezza avevamo già raccolto tutte le firme necessarie. Questo ci fa ben sperare non solo per i fondi raccolti, ma soprattutto perché la città ci segue e ci appoggia. È una storia di partecipazione, trasparenza e civismo”.

Mentre il comitato prepara le vie legali, la fine del 2022 ha visto un’accelerazione dell’iter per la realizzazione dell’opera con l’approvazione – da parte della giunta comunale – del progetto di fattibilità tecnico-economica e la conseguente pubblicazione del bando di gara. Non senza polemiche: in un’intervista andata in onda sull’emittente locale Telequattro, il capogruppo di Fdi Marcelo Medau ha dichiarato – ben tre settimane prima che venisse pubblicato il bando di gara – che a realizzare l’opera sarà il colosso europeo degli impianti a fune Leitner. Una svista, secondo il consigliere di maggioranza. La tesi non ha però convinto il civico Riccardo Laterza (Adesso Trieste), che al fattoquotidiano.it dichiara: “Questa vicenda sta alimentando forti sospetti nella cittadinanza. Si tratta dell’ennesimo, pessimo biglietto da visita con cui il centro-destra si presenterà, se mai lo farà, dalle famiglie che rischiano di subire espropri per un’opera la cui inutilità e insostenibilità è sempre più evidente”.

Articolo Precedente

L’idea del superbonus era ottima: con la direttiva Ue sull’efficientamento degli edifici ora si rischia

next
Articolo Successivo

Benzene oltre i limiti a Taranto, Acciaierie d’Italia nega responsabilità. E “suggerisce” all’Arpa un altro colpevole: la raffineria Eni

next