I Paesi Nato accelerano la fornitura di armi all’Ucraina e da Washington arriva una richiesta precisa a Roma. Mentre la Germania, tra le polemiche interne, si è impegnata a spedire a Kiev 40 carri da difesa Marder e la Francia ha annunciato l’invio di corazzati da ricognizione AMX-10 RC – veicoli su ruote, veloci e silenziosi, con un cannone calibro 105 mm – gli Usa hanno pronto un nuovo pacchetto da 3 miliardi di dollari. E in questi giorni stanno sollecitando gli alleati a impegnarsi rapidamente per supportare Volodymyr Zelensky nella guerra di resistenza all’invasione della Russia.

Proprio di questo hanno parlato il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Jake Sullivan e Francesco Talò, il consigliere diplomatico della premier italiana Giorgia Meloni, in un colloquio avvenuto venerdì di cui ha dato notizia la Casa Bianca. Nel ribadire l’impegno a fornire assistenza a Kiev sia in termini di aiuti energetici che militari “per difendere la sovranità e la democrazia” del Paese, dalla Casa Bianca è arrivata richiesta precisa all’Italia in vista del sesto decreto per l’invio di materiale bellico, ancora in stand-by ma previsto a breve: inserire tra gli armamenti il sistema Samp-T, uno scudo anti-missile, come confermano fonti militari a Repubblica.

Il raccordo definitivo sugli sforzi in favore dell’Ucraina avverrà tra due settimane nel summit degli Alleati nella base aerea americana di Ramstein, in Germania, e in vista di quell’appuntamento è arrivato il “sollecito” di Sullivan a Talò dopo le uscite pubbliche di Francia, Germania e degli stessi Usa che nell’ultimo pacchetto hanno inserito anche i Bradley. L’Italia ancora non ha approvato né annunciato nulla. E gli Usa ora premono, anche perché le batterie del sistema Samp-T erano già state ‘promesse’ dal governo Draghi. L’Esercito ne ha in dotazione sei, cinque delle quali operative e uno per l’addestramento. L’idea era quella di inviare quest’ultima, con alcuni aggiornamenti e lavorando di sponda con la Francia vista l’assenza dei lanciatori dei missili che avrebbero dovuto essere forniti da Parigi.

Intanto il presidente ucraino Zelensky ha detto di avere ringraziato in un colloquio telefonico il cancelliere tedesco Olaf Scholz per la decisione di inviare entro il primo trimestre dell’anno 40 veicoli corazzati Marder e sistemi missilistici Patriot. Secondo il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale ucraino, Oleksiy Danilov, questi nuovi aiuti occidentali significano una cosa sola: Kiev deve essere sostenuta per combattere non più una guerra di resistenza, come quando le forniture si limitavano ai lanciarazzi portatili Javelin e Stinger, ma un conflitto che la porterà alla “vittoria”. Per il 2023, dunque, Danilov annuncia “una guerra offensiva”.

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Protegge i cieli da aerei, droni e missili. Ecco perché Kiev vuole da Roma il Samp-T, ma costa fino a 500 milioni e l’Italia ne ha solo 6

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