Su provvedimento della Procura della Repubblica di Verona, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno acquisito tutte le consulenze legali richieste e pagate (oltre i 10mila euro) dalla società Azienda Trasporti Funicolari Malcesine-Monte Baldo. Si riaccende, dopo quasi due anni di polemiche e ricorsi alla magistratura amministrativa, la vicenda delle parcelle percepite dall’avvocato Federico Sboarina, che fino al giugno 2022 è stato sindaco di Verona, eletto con la lista di centrodestra Battiti e poi passato tra le file dei Fratelli d’Italia. A chiedere trasparenza è stato Flavio Tosi, sindaco scaligero dal 2007 al 2017, un tempo segretario regionale della Lega, ora eletto in consiglio comunale e alla Camera dei Deputati con Forza Italia. Con diverse dichiarazioni pubbliche, Tosi ha gettato un’ombra sulle somme percepite da Sboarina nell’arco di quattro anni (97.965 euro) dalla società che gestisce gli impianti di risalita e ha come soci controllanti la Provincia di Verona, la Camera di Commercio di Verona e il Comune di Malcesine.

La visita di tre finanzieri nella sede di Atf, in quanto ufficiali di polizia giudiziaria, dimostra che la Procura ha aperto nel 2022 un’inchiesta penale, affidata al sostituto Valeria Ardito. Il numero di registro giudiziario conferma che il fascicolo è rubricato tra quelli con persone indagate. Non si tratta di un procedimento contro ignoti. Nessuna indicazione se il reato ipotizzato riguardi le consulenze o eventuali querele contro chi se ne è occupato. Il mandato, però, era preciso: acquisire la documentazione riguardante le consulenze legali affidate dal 2017 al 2020, per verificare il tipo di incarichi e se questi siano stati realmente svolti. Il direttore generale Enrico Luigi Boni ha messo a disposizione i documenti, oltre all’elenco (desumibile anche dal sito della società) dei compensi liquidati.

I finanzieri se ne sono andati dopo cinque ore con circa 800 pagine, riguardanti tre affidamenti nel 2017, 11 nel 2018, cinque nel 2019 e quattro nel 2020. Compaiono i nomi di avvocati di Verona, Padova e Venezia. In particolare, Sboarina ha percepito 14.500 euro nel 2015, 13.500 euro nel 2016, 23.457 euro nel 2017, 14.736 euro nel 2018, 45.512 euro nel 2019, 14.260 euro nel 2020. La somma totale è di circa 126 mila euro, mentre 97 mila sono riferiti al periodo in cui era sindaco. Si tratta di incarichi conferiti all’inizio di ogni anno e rinnovati. I finanzieri adesso esamineranno tutte le pratiche, non solo quelle di Sboarina.

Nel caso dell’ex sindaco emerge una dimenticanza, sanata in ritardo, per quanto riguarda il curriculum vitae. Nel giugno 2017 diventa sindaco, ma all’inizio dell’anno successivo non segnala il nuovo incarico tra le “attività extra”, limitandosi ad allegare il curriculum redatto il 2 febbraio 2015. È evidente che non lo ha aggiornato. Il fatto che fosse diventato sindaco nel 2017, presidente della Fondazione Arena nel gennaio 2018 e consigliere della Fondazione Verona Minor Jerusalem nel gennaio 2019, risulta solo nel curriculum riportato sul sito della società delle Funivie per l’anno 2019. Stranamente la data della comunicazione è posticipata di tre anni rispetto alla nomina, visto che il documento è del 28 dicembre 2020.

Il direttore generale Boni ha fornito ai finanzieri alcune spiegazioni. Ha detto che la scelta dei professionisti viene fatta tenendo conto della competenza e del tipo di consulenza legale. Si è assunto la responsabilità – in linea di massima – di quasi tutte le scelte, anche se ha spiegato che alcune volte è il consiglio di amministrazione ad occuparsene. Ha aggiunto che i contributi professionali sono di diversa natura: azioni legali, pareri, mail, controllo di atti societari. Ha citato un avvocato padovano che si occupa di appalti. Sboarina, invece, ha cominciato a collaborare nel 2013, quindi prima di diventare sindaco. Si è occupato di autorizzazioni per il riconoscimento delle piste da sci nel comprensorio del Baldo, di pratiche Anac, di concessioni degli impianti in località Prada e di un paio di contenziosi. Un giuslavorista veronese si è occupato di vertenze con ex dipendenti, un avvocato veneziano di modifiche statutarie e cause in Corte dei Conti, un legale veronese di questioni penali.

La vicenda delle parcelle del sindaco Sboarina era stata sollevata dal consigliere provinciale Zeno Falzi, della Lista Tosi, che ha chiesto inutilmente alle Funivie di Malcesine un accesso agli atti. Per due volte la richiesta è stata respinta. Allora ha fatto ricorso al Tar, che gli ha dato ragione nel maggio scorso: i documenti andavano consegnati. Alla vigilia delle elezioni comunali (Sboarina sarebbe stato sconfitto) le Funivie hanno fatto ricorso al Consiglio di Stato che a giugno ha sospeso la consegna, per evitare un pregiudizio elettorale ai danni del candidato sindaco. Successivamente, il merito della decisione ha invece confermato il diritto di Falzi a consultare gli atti, nonostante la strenua opposizione della società, preoccupata della loro pubblicizzazione, che ha dato l’impressione di aver qualcosa da nascondere. Poche settimane fa il consigliere provinciale ha finalmente avuto le carte. Nel frattempo la Finanza ha fatto visita alla società, chiedendo, tra le altre, proprio le pratiche di cui si è occupato Sboarina.

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