Ognuno la vede un po’ come vuole. Ha vinto la maggioranza, sì ma ha vinto grazie all’opposizione, però nella minoranza c’è chi ha votato in maniera diversa. La sostanza: l’ordine del giorno sul nuovo stadio di San Siro passa ma il Consiglio comunale di Milano si divide. Lo fanno le forze politiche che sostengono il sindaco Beppe Sala e accade anche tra i banchi della minoranza di centrodestra.

Il testo che mette paletti al masterplan – 70mila posti, struttura più distante da via Tesio, 140mila metri quadrati di verde, 40 milioni di investimenti nel quartiere – passa con 27 voti a favore, 14 contrari e un astenuto. Il progetto va avanti, insomma. Ma è la “conformazione” di favorevoli e contrari a far discutere. Nella maggioranza di Sala dicono sì in 23, mentre 7 mettono nero su bianco il loro no. Si tratta di Enrico Fedrighini (lista Sala), Carlo Monguzzi, Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara (Verdi), dei dem Alessandro Giungi, Simonetta D’Amico e Rosario Pantaleo.

Tra i banchi dell’opposizione ci sono state 7 assenze e in 4 hanno votato insieme alla maggioranza: Gianluca Comazzi e Alessandro De Chirico di Forza Italia, Luca Bernardo e Manfredi Palmeri. Si è astenuto Matteo Forte. A conti fatti, se la minoranza si fosse presentata in blocco a Palazzo Marino e avesse votato in maniera compatta, avrebbe ottenuto un successo politico mandando sotto le forze che sostengono Sala, dove si sono registrate anche due mancate partecipazioni al voto, quelle di Gabriele Rabaiotti della lista Sala e di Marco Fumagalli (Milano in Salute) che hanno detto in ogni caso pubblicamente di essere contrari.

Sulla base del voto di Palazzo Marino, come ha spiegato l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, ricomincerà il confronto con Inter e Milan sulle puntualizzazioni contenute nell’ordine del giorno. Ad accordo raggiunto, nel caso, sarà la giunta a dover ribadire che si tratta di un’opera di interesse pubblico. Un via libera che potrebbe arrivare intorno alla metà di gennaio.

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