Gianni Cuperlo si candida alle primarie per la segreteria del Pd. Ad annunciarlo lo stesso esponente dem in un’intervista rilasciata a Repubblica. La sfida di febbraio, quindi, sarà tra Stefano Bonaccini, Paola De Micheli, Elly Schlein e il nuovo candidato.

“Con umiltà ci sarò perché in discussione questa volta è l’esistenza del Pd“, dice il deputato intervistato dal quotidiano romano, sottolineando che “non pesano solo sconfitta” elettorale e “sondaggi” ma anche “il non aver mai voluto discutere la perdita di sei milioni di voti dal 2008 a oggi”.

La sua candidatura, fino a oggi, era in sospeso, tanto che fino a questa mattina c’era anche l’ipotesi di un ticket con Paola De Micheli. Nonostante i tre nomi, che dice di stimare, Cuperlo scende in campo convinto che “senza un confronto plurale e sincero i guasti di ora potrebbero riprodursi dopo”. Il dem 61enne, da anni ormai nel gruppo dirigente del partito, si era candidato alle primarie anche nel 2013, quando Matteo Renzi vinse con il 67%.

“Avrei voluto un congresso che non partisse dai nomi. In questi anni abbiamo cambiato nove segretari e vissuto tre scissioni, forse dovremmo riflettere sul perché”, aggiunge ancora. Il timore, spiega, è quello che il Pd “non regga il peso dei suoi errori” e finisca “come i socialisti in Francia“. Un danno “irreversibile”, dice, che si può evitare facendo “confrontare” più voci.

Nessun ticket uomo-donna, quindi, ma una corsa in solitaria anche per arginare la destra. “La destra ha vinto per una ideologia che ha cavalcato sofferenze e rabbia – dice ancora – Non la batteremo senza un impianto ideale e culturale più solido e credibile, che si parli di riscatto sociale o dei concetti di libertà e fraternità”.

La corsa a quattro rischia di rendere ancora più frammentato il Pd. “La prima fase del congresso vedrà il voto degli iscritti e di chi aderirà alla Costituente. Il mio appello è che siano in tanti perché la prima garanzia di una discussione vera è una partecipazione larga”, continua Cuperlo, sottolineando che, comunque, i valori del Pd “non si riscrivono ogni 10 anni” ma che “il punto è che non sempre li abbiamo rispettati”. “Se la sinistra non incontra i bisogni delle persone e rinuncia alla sua promessa, allora proclamare i valori non basta”, prosegue ancora.

E sull’alleanza con il Movimento 5 stelle, l’esponente dem risponde: “Temo che Conte voglia sfruttare le difficoltà del Pd piuttosto che unire le opposizioni nel contrastare una destra incapace e pericolosa”. Un “calcolo” che Cuperlo definisce “miope” perché “l’avversario non siamo noi, a partire dalle regionali nel Lazio e in Lombardia dove questa volta Majorino può vincere”.

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