È scontro nella maggioranza dopo che martedì, davanti alla rivolta delle opposizioni, è sfumata last minute per decisione della premier Giorgia Meloni e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti l’ipotesi di inserire nella manovra uno scudo penale per i reati di omessa dichiarazione e dichiarazione infedele. Come è noto, la proposta arrivava dal viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (Forza Italia) d’accordo però con il vice del Tesoro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia. Così mercoledì mattina, parlando a Radio Anch’io, Sisto ha chiamato in causa via XX Settembre.

“La proposta sullo “scudo” nasce da uno studio interministeriale, promosso dal Mef e dal ministero della Giustizia”, ha detto. “In una delle riunioni, a cui ho partecipato assieme al collega del Mef Leo, è stata esaminata la possibile estinzione dei reati ‘per comportamento riparatorio’: tu paghi il cento per cento di quel che devi pagare e a fine corsa, se hai pagato tutte le rate unitamente ad una sanzione ridotta, estingui i cosiddetti ‘reati formali’, i piccoli reati“. Anche se in realtà si parla di evasione conclamata. “Questo è stato il principio che i due ministeri insieme hanno valutato: non è affatto un condono“, la chiosa.

Da FdI però Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, replica che a volere lo scudo era Forza Italia: “Forza Italia vuole lo scudo penale per i reati fiscali? E’ una richiesta di una forza di maggioranza, il governo ha una sua rotta, il clima nel governo è straordinario, si va avanti sulla base di una mandato elettorale, ogni forza fa le sue richieste, non tutte saranno accolte“.

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