Un emendamento alla legge di Bilancio presentato dalla maggioranza e votato ieri notte in commissione alla Camera ha soppresso la parola “congrua” con l’intenzione di eliminare una volta per tutte le offerte congrue, quelle che, a rifiutarle, fanno perdere il Reddito di cittadinanza ai suoi percettori. Ma nell’emendamento c’è, è il caso di dirlo, una incongruità. “Non modifica l’art. 4 del dl 4/2019 che richiama ancora (comma 8, lett. b), n. 5) l’offerta di lavoro congrua”, ha twittato oggi il giuslavorista Michele Tiraboschi, frenando entusiasmi e dibattito che, nel frattempo, si era animato, tra chi accusa la maggioranza di voler obbligare le persone ad accettare qualunque lavoro e chi, come il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, tira in ballo gli immigrati: “I lavori che vengono offerti agli stranieri sono dignitosi anche per coloro che dicono che andrebbero a rubare se non c’è il reddito di cittadinanza”.

Sull’intenzione nessun dubbio, l’emendamento della maggioranza presentato da Noi Moderati di Maurizio Lupi intendeva proprio eliminare per sempre la regola per cui i percettori del Reddito decadono dal beneficio solo se rifiutano un’offerta di lavoro congrua. Fino ad oggi, infatti, per essere irrifiutabili le offerte dovevano essere coerenti con le competenze e le esperienze del beneficiario e considerare variabili come la retribuzione e la distanza casa-lavoro. Via tutto: “Un’offerta di lavoro deve essere a norma di legge, il resto, la congruità appunto, vuol dire tutto e niente. Se rifiuti un lavoro perdi il Reddito, punto“, spiega Maurizio Lupi a ilfattoquotidiano.it. “Questa era certamente la volontà politica dell’estensore dell’emendamento”, aveva scritto su Twitter il giuslavorista Tiraboschi dopo la notizia dell’approvazione dell’emendamento. Ma l’intenzione non basta. Non per modificare una legge. E infatti, precisa Tiraboschi, “l’emendamento approvato nella notte non modifica l’art. 4 del dl 4/2019 che richiama ancora l’offerta di lavoro congrua“.

La questione è ingarbugliata quanto banale. La legge di bilancio (art. 59) non modificava l’art. 4 della legge sul RdC (4/2019), ma l’articolo 7. E così l’emendamento di Noi Moderati, non potendo che intervenire sulla stessa modifica, ha privato lo stesso articolo 7 della parola “congrua”. Peccato che a stabilire primariamente che il beneficiario non possa rifiutare le offerte congrue è l’articolo 4, che ad oggi esce illeso dai lavori sulla legge di Bilancio (e prevede la possibilità di rifiutarne due). Insomma, un pasticcio di quelli che capitano quando si fanno le corse contro il tempo per approvare le leggi entro fine anno.

Raggiunto telefonicamente, Lupi però rassicura tutti coloro che non amano quello che Giorgia Meloni chiamava “metadone di Stato”: “Sul Reddito di cittadinanza l’indicazione che abbiamo dato è chiara e il governo l’ha condivisa: se dici di no a un’offerta di lavoro decadi dal sussidio”. E smarcandosi da ragionamenti su articoli e commi, rilancia: “Lo stesso ministero del Lavoro a breve interverrà più approfonditamente sulla materia e anche da lì verrà la conferma di questa impostazione”. Dal suo staff, poi, spiegano che “l’emendamento originale è stato accolto e riformulato dal governo, e l’incoerenza che Tiraboschi ha evidenziato è nata proprio con quella riformulazione”. Dunque? “Non c’è problema perché la volontà politica è chiara”, assicurano. “E siccome domani la legge deve tornare in commissione (per un altro errore ndr), l’incoerenza verrà sanata“.

Sono le ultime ore dell’offerta congrua, dunque, e l’articolo 4 verrà modificato. “Siamo alla follia, hanno fatto saltare il concetto di congruità, che è un concetto fondamentale per tutelare la dignità del lavoro e degli studi”, ha commentato oggi il leader del M5s Giuseppe Conte. Al quale, indipendentemente dalla congruità del suo emendamento, Lupi già rispondeva così: “Giuseppe Conte, da giurista, dovrebbe sapere che le leggi non possono basarsi su criteri vaghi e indeterminati”. Il che forse non vale per gli emendamenti alla legge di Bilancio. Ma andiamo avanti. “La vera follia – continua Lupi – non è aver eliminato la parola ‘congrua’, che vuol dire tutto e niente, ma negare il diritto al lavoro, scommettere sulla povertà delle persone e fomentare irresponsabilmente le piazze con dichiarazioni incendiarie. Chi non può lavorare continuerà a percepire il reddito, ma la lotta alla povertà si vince creando occupazione e, per questo abbiamo trovato fondi per sostenere le assunzioni dei giovani. Noi vogliamo far uscire le persone dalla condizione di bisogno con politiche attive del lavoro, Conte vuole tenercele per mantenere il suo bacino elettorale. La follia è solo questa”.

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