Il governo vuole “spegnere” lo Spid, nonostante già più di 30 milioni di cittadini abbiano ottenuto la propria identità digitale. La prossima battaglia dell’esecutivo Meloni contro un’innovazione che, anche grazie alla pandemia, ha ottenuto una spinta importante, viene esplicitata dal sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti.

“Cerchiamo di spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione”, ha detto intervenendo all’iniziativa per i dieci anni di Fratelli d’Italia.

“D’accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale”, ha sottolineato Butti che di fatto è in un ruolo chiave per la digitalizzazione del Paese. L’idea di fondo sarebbe quella che lo Spid sia poco usato tra gli anziani per le difficoltà legate all’ottenimento e all’accesso. Con la carta d’identità elettronica, invece, ad avviso di Butti, tutto sarebbe più semplice.

Il sottosegretario, già prima del lockdown, si era espresso contro lo Spid. La sua avversione non è dunque una novità. In un intervento in Parlamento Butti lamentò il fatto che il sistema Spid fosse in buona sostanza gestito in concessione dai privati. La carta d’identità è invece in mano al ministero dell’Interno e ai Comuni. Nel frattempo, però, l’utilizzo dello Spid è letteralmente esploso con oltre 30 milioni di identità digitali create. Butti, però, non ha cambiato idea.

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