Dall’inizio della guerra, milioni di persone, tra cui centinaia di migliaia di bambini ucraini, sono finite in Russia. C’è chi sostiene che i minori siano stati “salvati dai bombardamenti“, ma vista la difficoltà – e per molti finora l’impossibilità – nel farli rientrare, che siano stati rapiti. Già nel giugno di quest’anno, la Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina aveva indicato che un “numero significativo” di bambini, in particolare provenienti dagli orfanotrofi e altre istituzioni, fosse scomparso nei territori occupati dalle truppe russe. E l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani aveva espresso preoccupazione rispetto al fatto che i bambini potessero essere stati deportati in Russia con la forza per essere adottati, pur chiarendo che questa ipotesi – come il numero di minori coinvolti – non potesse venire confermata. Ma sia secondo i media russi che quelli ucraini, almeno duemila orfani ucraini a giugno avevano già attraversato il confine con la Russia. Ma l’Ucraina dichiara di non aver mai dato il consenso all’espatrio nella Federazione Russa. Il giornale d’opposizione russo Verstka aveva rintracciato centinaia di questi bambini e aveva scoperto che si trovavano in collegi di varie regioni russe.

Kharkiv – Successivamente è avvenuto un episodio che, in questa serie di accuse reciproche tra Kiev e Mosca, rimane il più conosciuto e confermato. All’inizio di agosto, le autorità di occupazione russe hanno inviato 203 bambini della regione di Kharkiv (a quel tempo controllata dai russi) in un campo estivo a Krasnodar Krai, nel sud della Russia. Ciò è stato confermato dal servizio stampa dell’amministrazione di Krasnodar. Alla fine di agosto, altri 20 bambini della zona di Kharkiv sono andati nello stesso campo. Nel frattempo, la situazione militare è cambiata radicalmente: all’inizio di settembre, le truppe russe si sono ritirate dalla regione di Kharkiv e l’Ucraina ha ripreso il controllo. Il problema è che i 223 bambini sono rimasti in Russia. Il 10 settembre, le autorità russe hanno annunciato che, “per motivi di sicurezza”, i bambini di Kharkiv che erano in vacanza a Krasnodar Krai sarebbero rimasti nel campo estivo per altre tre settimane. Il 22 settembre, i media locali hanno riferito che erano stati tutti collocati nelle classi primarie delle scuole russe. Ad oggi, solo pochi genitori hanno potuto riportare a casa i propri figli.

Kherson – Una situazione simile potrebbe essersi verificata nella regione di Kherson. A ottobre, l’Istituto americano per lo studio della guerra ha affermato che la Russia continua a condurre deportazioni massicce e forzate di ucraini, compresi i bambini. Il media russo indipendente Current Time racconta che durante l’occupazione di Kherson, intere classi di scolari furono portate in Russia o in territori occupati con lo stesso pretesto di vacanza. Secondo i testimoni, non è rimasto un solo bambino negli orfanotrofi nella regione. Allo stesso tempo, il vice primo ministro della Federazione Russa Marat Khusnullin ha confermato che diverse migliaia di bambini della regione di Kherson sono stati portati nelle “altre regioni della Russia” e sono già collocati in case di riposo e campi estivi. Tra l’altro, le autorità russe hanno ammesso apertamente di aver messo in adozione presso famiglie russe gli orfani provenienti da zone occupate dell’Ucraina. Testimoni oculari hanno anche raccontato a Current Time come durante l’occupazione della città i medici di Kherson abbiano cercato di salvare i bambini dalla deportazione in Russia falsificando le loro cartelle mediche. Gli stessi medici di Kherson hanno riferito una storia simile a El Mundo: mentivano ai soldati russi sulla cattiva salute dei neonati in modo che non li mandassero in Russia. I residenti locali hanno anche raccontato ai giornalisti di come nascondevano gli orfani nelle chiese e facevano finta di essere loro parenti per impedire che venissero deportati in Russia. Ma l’esercito russo ha comunque portato via almeno 50 orfani.

Bene o crimine – In Russia, in realtà, non negano il fatto dell’espatrio dei bambini dalle regioni orientali dell’Ucraina. All’inizio di novembre, da lì sono arrivate in Russia quasi 5 milioni di persone, tra cui più di 700mila minori. Non si sa quanti di loro siano stati separati dai genitori e quanti siano orfani. Si sa che alla fine di maggio Mosca ha semplificato la procedura per ottenere la cittadinanza per i bambini durante l’occupazione, il che, secondo gli attivisti per i diritti umani, apre la possibilità alla loro adozione da parte dei russi. In ogni caso, le autorità russe negano tutte le accuse di rapimento di bambini ucraini e definiscono la loro deportazione in Russia “protezione dalle azioni militari”. Le autorità ucraine, a loro volta, considerano il trasferimento dei loro cittadini nella Federazione Russa un crimine di guerra. Anche l’organizzazione internazionale per i diritti umani Amnesty International definisce questo allontanamento forzato di civili dai territori occupati un crimine di guerra, e forse un crimine contro l’umanità. Nel suo rapporto di novembre, conferma che molti bambini sono stati separati dai loro genitori in violazione del diritto internazionale umanitario. Secondo il governo ucraino, dall’inizio dell’invasione, sono stati allontanati più di 13500 bambini dall’est del Paese — e questi sono solo quei bambini conosciuti per nome. Allo stesso tempo, Mosca sta rendendo molto difficile per le famiglie ucraine recuperare i propri figli. Dalla parte ucraina, la restituzione dei bambini è gestita dalle autorità che collaborano con i volontari. Tutto avviene in modalità diretta: ogni bambino viene negoziato individualmente. Finora è stato possibile ottenere il ritorno di 121 bambini. Una delle madri ucraine che hanno dato il consenso formale al viaggio dei loro bambini a Krasnodar, dice che se avessero capito che sarebbe stato così difficile restituirli, nessuno avrebbe dato via i bambini: “Abbiamo pensato, a cosa gli servono i figli degli altri?”.

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