C’è un tema su cui quasi tutte le forze politiche sono d’accordo. Da destra a sinistra dell’emiciclo, da nord a sud della penisola, deputati di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi con l’Italia, Movimento 5 Stelle, Insieme per il Futuro, Partito Democratico, Articolo 1, Lega e Südtiroler Volkspartei – con l’unica eccezione di Sinistra Italiana e Verdi – hanno chiesto, con emendamenti alla Legge di Bilancio quasi identici tra loro, di ridurre dal 22% al 5% l’Iva sul pellet, combustibile legnoso di cui gli italiani sono i maggiori consumatori domestici al mondo. “Capiamo che i partiti fanno questa proposta per venire incontro a difficoltà economiche dei cittadini, ma così perpetuano politiche che creano danni all’ambiente e alla salute. Si investa piuttosto nelle pompe di calore e in tutti i sistemi oggi esistenti che sfruttano le rinnovabili”, commenta Francesco Romizi, responsabile relazioni esterne di Isde Italia – Medici per l’Ambiente, associazione che a marzo ha presentato uno studio europeo da cui emerge che il nostro Paese è primo nell’Ue per costi sanitari da riscaldamento, soprattutto a causa di stufe a pellet e camini (che secondo la ricerca causano in Italia malattie per oltre 4 miliardi l’anno).

Gerometta (Cittadini per l’aria): “Paradossale in Italia, che ha record di morti da inquinamento in Ue”
“E paradossale che proprio durante lo svolgimento della Cop15 e mentre 650 scienziati avvisano la comunità mondiale che bruciare legna per generare calore e elettricità mette a rischio la biodiversità e il raggiungimento dei gli obiettivi climatici si proponga di facilitare l’uso dei combustibili solidi come legna e pellet”, afferma Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria. “Ancora più paradossale – prosegue – è che lo si faccia nel paese che ha la più elevata mortalità in Europa quanto a inquinanti dell’aria e candidato a pesanti sanzioni europee per la violazione dei limiti di legge per il particolato, prodotto in misura rilevante proprio dall’utilizzo dei combustibili solidi”. Secondo il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente relativo al 2020, l’Italia è – con 70mila morti precoci all’anno – al primo posto per decessi da inquinamento in tutti e tre i gli inquinanti analizzati: polveri sottilissime (Pm 2.5), Ozono (O3) e Biossido di azoto (No2). “Gli incentivi all’inquinamento sono fino ad oggi continuati, nonostante la Commissione europea abbia avviato contro l’Italia una procedura di infrazione per superamento dei limiti di Pm 2.5 e ci siano state due condanne per biossido di azoto e una per le Pm 10 – conclude la presidente di Cittadini per l’Aria – ci auguriamo che si eviti una simile misura che è in contrasto con la salute dei cittadini e l’interesse del Paese a perseguire una vera strategia verso le rinnovabili”.

Tutti d’accordo, tranne che sulle coperture
Ma né i numeri sulle morti e sulle spese sanitarie, né le procedure di infrazione hanno fermato la richiesta bipartisan dei politici che hanno presentato emendamenti quasi identici alla legge di bilancio: riduzione dell’Iva dal 22% al 5% a carico del “Fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione”, ovvero un fondo dello Stato senza finalità vere, usato proprio per gli emendamenti, che quest’anno è stato aumentato da 25 a 400 milioni di euro. Quello che cambia negli emendamenti presentati dalle diverse forze politiche è solo la possibile spesa a carico del contribuente. La riduzione dell’Iva sul pellet costerà 90 milioni nel 2023 secondo il Pd (emendamento presentato da Augusto Curti, Marco Simiani, Chiara Braga, Christian Di Sanzo). La copertura necessaria è invece di 200 milioni per 2023 e 2024 secondo il Movimento 5 Stelle (emendamento a firma di Emiliano Fenu, Ida Carmina, Gianmauro Dell’Olio, Leo Donno, Daniela Torto, Giorgio Fede, Ilaria Fontana e Daniela Morfino che han votato con Giuseppe L’Abbate di Insieme per il futuro). Per Federico Fornaro, Deborah Serracchiani (PD) che han votato con Maria Cecilia Guerra di Articolo 1, il prezzo sarà invece di 50 milioni di euro a decorrere dal 2023. Manfred Schullian e Renate Gebhard di Südtiroler Volkspartei ritengono invece che il costo sarà di 83 milioni. Infine i deputati di Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia (Riccardo Molinari, Tommaso Foti, Alessandro Cattaneo, Maurizio Lupi, Patrizia Marrocco, Mauro D’Attis e Francesco Cannizzaro) sono d’accordo con Chiara Gribaudo del PD nel far pagare allo Stato la riduzione dell’Iva sul pellet 160 milioni di euro. Gribaudo si è spinta a chiedere l’inclusione del pellet e della legna da ardere (ancora più inquinante) nelle detrazioni Irpef al 19%. Come una spesa sanitaria.

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