Il marinaio sul ponte della nave di Open Arms avvista col cannocchiale una barca piccola all’orizzonte. Avverte il capitano, Marc Reig: uno scambio veloce e quasi incomprensibile, in spagnolo, alla fine del quale il marinaio comunica che il barchino avvistato in realtà è un peschereccio. Una comunicazione di bordo via radio intercettata e registrata da un sommergibile della Marina militare che navigava poco distante dalla Open Arms l’1 agosto del 2019, il giorno del primo soccorso. Un’attività d’indagine della Marina spuntata fuori dal nulla durante il processo a carico di Matteo Salvini, nell’ultima udienza dello scorso 2 dicembre. Quando Giulia Bongiorno, legale del vicepremier, ha chiesto l’acquisizione degli audio e del video girato sempre dal sommergibile della Marina, in cui vengono riprese le operazioni di salvataggio della Open Arms dell’1 agosto. Quel giorno nelle acque del Mediterraneo navigava anche il sommergibile dal quale è stato ripreso tutto per poi stilare un’informativa trasmessa alle autorità ma di cui nessuno sembrava essere a conoscenza: “Sarebbe gravissimo se qualcuno avesse nascosto o omesso – aveva dichiarato il leader del Carroccio al termine dell’udienza -. Cioè se ci sono pezzi di Stato che dimenticano o nascondono interventi di altri pezzi di Stato per danneggiare oggi Salvini domani chissà vuol dire che c’è qualcosa che non funziona”. Adesso però Open Arms ha divulgato gli audio acquisiti dai legali dove si può ascoltare la conversazione in spagnolo: “Ricordiamo che l’unico imputato in questo processo è il ministro Salvini”, sottolinea Veronica Alfonsi presidente di Open Arms, parte civile al processo. E continua: “Abbiamo sempre agito nel rispetto del diritto internazionale e della legge del mare. Andremo avanti consapevoli che il nostro impegno umanitario sarà un giorno utile a chi dovrà giudicare la Storia di questi ultimi anni per restituire la giusta dignità alle sue vittime”.

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