“Questo è un periodo di grande conformismo, partito con un governo mediocre dell’assembramento come quello Draghi e proseguito con l’arrivo di Giorgia Meloni a Chigi. Questo esecutivo è molto più simile a quello Draghi di quanto si possa immaginare, ma con pericolose sfaccettature che ci riportano agli anni del berlusconismo”. Ad attaccare è l’ex deputato Alessandro Di Battista, nel corso della presentazione alla fiera della piccola e media editoria ‘Più libri, più liberi‘ a Roma, di Ostinati e contrari – Voci contro il sistema” (edito da Papir First). Un volume nel quale, prendendo in prestito le parole di Fabrizio De André, l’ex parlamentare M5s intervista sei persone che – a vario titolo – hanno remato contro corrente: Alessandro Barbero, Toni Capuozzo, Ilaria Cucchi, Moni Ovadia, Barbara Spinelli, Marina Conte Vannini.

“Cosa mi preoccupa di più nelle prime misure del governo Meloni, tra smantellamento del Reddito di cittadinanza e misure sulla giustizia, come la stretta sulle intercettazioni sulla quale punta il Guardasigilli Carlo Nordio? La manovra è ‘gentiloniana’, l’avrebbe fatta tale e quale. Non è forse giusto giudicare un governo che è in carica da poco tempo, ma si può giudicare una maggioranza rispetto alla porcata fatta in commissione giustizia per salvare i colletti bianchi (con l’emendamento Fi al Dl Rave con cui si cancellano i reati contro la pubblica amministrazione dall’elenco di quelli “ostativi”, cioè per i quali non sono previsti i benefici penitenziari automatici, ndr) o per quanto riguarda le scemenze che dice Nordio sulle intercettazioni, che sono invece indispensabili in questo Paese per scoprire i reati. Sono avvisaglie negative“, rivendica.

In merito all’assalto del centrodestra e del governo al Rdc, invece, Di Battista aggiunge: “Non credo lo abolirà del tutto, farà maquillage, cambieranno nome. Certo, per racimolare risorse ora interviene su una categoria che viene definita come ‘occupabili’, ma che in realtà non si sa bene cosa significhi, considerata la fascia alta d’età di molti percettori. Voglio vedere dove e come troveranno lavoro”.

Ma Di Battista ne ha pure per il suo ex partito, il M5s: “Conte qualcosa sta facendo, soprattutto rispetto agli errori fatti durante il governo Draghi. Sulle armi in Ucraina per fortuna hanno cambiato idea, dopo aver votato in passato i decreti. Ma fossi oggi un dirigente M5s non prenderei nemmeno un caffè con quelli del Pd. I dem non devono solo cambiare, ma distruggersi e tentare di ricostruire, anche perché in vista del Congresso Pd non vedo alcuna idea”, ha attaccato.

Articolo Precedente

Barbero: “Vietare per legge di esprimere certe posizioni è deleterio e pericolosissimo”. E fa l’esempio del negazionista Faurisson

next
Articolo Successivo

“La signora degli anelli”, dal 10 dicembre in edicola il numero di FQ Millennum che indaga l’universo intellettuale di Meloni

next