L’Autorità nazionale anticorruzione non ha dubbi: per l’affidamento pluriennale del servizio energia a Senago, in provincia di milano, il Comune ha agito “in contrasto con il codice dei contratti” pubblici, arrivando così a un affidamento “su misura per un solo ed unico offerente”. Lo scrive il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, nella nota di risposta a un esposto sulle modalità di affidamento in house all’Ates srl (società interamente partecipata da 20 Comuni lombardi) del servizio energia per gli immobili comunali: dal gas all’elettricità, fino alla manutenzione degli impianti. L’Anticorruzione che invita così il Comune a “una più puntale osservanza delle disposizioni del codice dei contratti pubblici”. Nonostante ciò tutto è rimasto invariato e a Senago quel servizio è ancora nelle mani di Ates, società che tra i vertici vede tanti nomi riconducibili alla Lega, lo stesso partito della sindaca, Magda Beretta.

La nota dell’Anac è datata 18 maggio 2022 ma la vicenda inizia nel 2019. In quell’anno il Comune di Senago approva lo statuto dell’Azienda Territoriale Energia e Servizi ed entra nella compagine societaria con una quota di 8mila euro nel capitale sociale, corrispondente all’1,14%. Passano pochi mesi e lo stesso Comune provvede a disporre un affidamento diretto provvisorio, per un anno, alla stessa Ates per il servizio energia degli immobili comunali, per un valore complessivo di oltre 455mila euro. Il Comune ha dichiarato che l’obiettivo era quello di “valutare la qualità del servizio offerto” e “la convenienza di un affidamento pluriennale”. Si tratta di un affidamento in house, cioè il Comune, derogando al principio di carattere generale dell’evidenza pubblica, invece di procedere all’affidamento all’esterno di determinate prestazioni, provvede in proprio all’esecuzione delle stesse attribuendo l’appalto a un’altra entità giuridica (di diritto pubblico) mediante il sistema dell’affidamento diretto.

Dopo una breve proroga, a inizio 2020 il Comune di Senago affida il servizio ad Ates fino al 2032. Un affidamento diretto con delle modalità che però non vanno giù all’opposizione, in particolare al gruppo locale del Movimento 5 stelle che, coinvolgendo il consigliere regionale Luigi Piccirillo, presenta un esposto all’Anac lamentando numerose criticità, in particolare il mancato ricorso al mercato.

Così, dopo scambi di note e richieste di chiarimenti, l’Autorità anticorruzione arriva alle conclusioni che “il modus operandi del Comune appare in contrasto con il codice dei contratti poiché l’amministrazione ha, di fatto, disposto un affidamento (pluriennale) diretto sopra soglia senza confronto competitivo. La società Ates – si legge – è stata posta in una posizione di vantaggio competitivo in quanto ha presentato un’offerta sulla base dei risultati conseguiti e dell’esperienza maturata sul campo, durante il primo servizio. Per effetto di tale meccanismo, il secondo affidamento è stato determinato ‘su misura’ per un solo ed unico offerente”. In più l’Anac contesta “la mancata suddivisione dell’appalto in lotti” che avrebbe potuto garantire “la massima partecipazione possibile” ma anche “la mancata adesione alle convenzioni Consip”, cioè quei contratti che le Amministrazioni possono utilizzare per l’acquisto o il noleggio di beni e servizi. Il Comune, su questo aspetto, ha giustificato che non esistevano convenzioni per la totalità del servizio richiesto (essendo stati accorpati servizi diversi: come manutenzione e gestione). Ultimo aspetto è quello sulle motivazioni della scelta. “Il Comune – si legge nelle conclusioni dell’Anac – motiva la scelta di procedere con l’affidamento in house dando spiegazioni sulla congruità dell’offerta di Ates e sul vantaggio economico generale di un simile affidamento. Tuttavia, la motivazione risulta carente – aggiunge Anac – in quanto l’amministrazione non fornisce indicazioni, in modo adeguato e puntuale, sulla reale mancanza di alternative valide per ottenere identico servizio, sia in termini di tipologia che di durata, a condizioni economiche diverse da quelle proposte da Ates”.

“La denuncia di Anac è nota all’Amministrazione già da diversi mesi e non lascia dubbi in merito alla cattiva condotta del Comune, che però non ha ancora preso alcun provvedimento in merito”, commenta il consigliere Luigi Piccirillo. Invitando il Comune ad agire subito, Piccirillo sottolinea come “la vicenda di Senago lancia un campanello d’allarme sulle modalità con cui si affidano certi incarichi venendo meno al rispetto della normativa e all’interesse dei cittadini. Modalità – aggiunge – sulla quale tutti dobbiamo continuare a vigilare, perché i soldi pubblici siano spesi nell’interesse pubblico”.

Di parere totalmente opposto la sindaca di Senago, Magda Beretta. Rieletta alle scorse elezioni, c’era già lei alla guida dell’Amministrazione comunale quando è iniziato tutto l’iter per l’affidamento del servizio. “Io mi sento assolutamente tranquilla di aver condotto il mio Consiglio comunale nella direzione corretta”, dichiara al ilfattoquotidiano.it la prima cittadina. “L’Anac non ci ha intimato di prendere provvedimenti, quindi noi stiamo procedendo come prima. Ci ha fatto una sorta di tirata d’orecchie – aggiunge – perché secondo Anac dovevamo frazionare l’appalto, cosa che però avrebbe avuto conseguenze sull’efficienza del servizio stesso”. “Se ci fosse stato qualcosa di illegittimo Anac avrebbe agito in modo diverso”, tiene a precisare Beretta. Con un’unica società che gestisce l’energia e la manutenzione “dal punto di vista dell’efficienza il servizio è notevolmente migliorato”. Per la sindaca, Anac “a differenza della giurisprudenza, è sempre un po’ restia all’affidamento in house providing”: “Le disposizione europee incentivano questo tipo di scelta. Poi c’è l’Italia – aggiunge – che fa delle norme ma poi si va avanti con l’interpretazione. C’è un po’ di confusione giuridica sull’argomento”.

La sindaca respinge categoricamente anche qualsiasi riferimento a eventuali scelte orientate da appartenenze politiche: “La ricostruzione che Ates sia una società a guida Lega è un po’ forzata”. Sta di fatto che scorrendo i nomi dei vertici ci sono molte attinenze. A partire dal direttore generale della società e dal presidente del Consiglio d’amministrazione. Il primo è il commercialista Ugo Zanello, fratello di Massimo, ex assessore regionale leghista. A capo del cda, invece, è stato eletto Maurizio Ravasi già segretario cittadino della Lega di Pozzuolo Martesana. Nel Consiglio d’amministrazione c’è anche Lucia Anna Valenziano, più volte candidata come consigliere comunale nelle liste della Lega di diversi comuni della Lombardia. Sono questi i vertici della società che continuerà a gestire i servizi energetici di Senago e degli altri 19 comuni soci.

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